Che bella giornata, quella di ieri!
Tanti, tantissimi ragazzi a commemorare la strage di Maiano Lavacchio, quegli undici giovani, poco più grandi di quelli presenti ieri, uccisi dai fascisti. Le belle parole del Presidente Nello Bracalari e quelle altrettanto belle degli studenti che hanno lavorato sulla tragedia della perdita e sull’orgoglio della difese delle idee alla base della Costituzione non sono vuota retorica d’occasione.
È sempre più importante parlare ai ragazzi, ai cittadini che si stanno formando oggi, del fascismo; è fondamentale mostrare loro il suo vero volto e demistificare quello che troppi, oggi, semplificano descrivendolo come folklore all’olio di ricino.
Il fascismo è stato – ed è – il pensiero unico e la censura della critica cha hanno portato all’uccisione degli oppositori (da Matteotti nel ’24 fino all’estremo dei ragazzi di Maiano Lavacchio nel’44, che non volevano aderire all’ultimo colpo di coda del regime); è stato – ed è – la distruzione delle minoranze e la ricerca del nemico, del capro espiatorio “altro da sé”; è stato – ed è – il clientelismo del potere con la spartizione oligarchica dei benefici connessi, mentre la popolazione soffre la fame ed è senza lavoro.
Lo ricordiamo anche oggi, nel sessantanovesimo anniversario dell’azione gappista di via Rasella che porterà per rappresaglia alla strage delle Fosse Ardeatine