INTERVENTO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE FLAVIO AGRESTI ALLA MANIFESTAZIONE GROSSETANA DEL 25 APRILE

Eccoci di nuovo qui a celebrare la Resistenza e la Liberazione, come in migliaia di altre piazze del nostro paese e nei luoghi che videro efferate stragi naziste e repubblichine o eroiche gesta Partigiane. Ci siamo con tanta gente, con i partiti e con le organizzazioni sociali e culturali; ci siamo con le istituzioni pubbliche che, al di là delle combinazioni politiche che le amministrano, incarnano lo spirito e i valori sanciti dalla Costituzione, nata dall’Antifascismo.

Per tutti gli italiani l’Antifascismo è un dovere, tanto più per chi è investito del mandato popolare. Signor ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al di là del lessico sportivo, che dimostra ignoranza della storia ed è volutamente offensivo per la circostanza, il suo viaggio di oggi a Corleone non renderà più efficace la lotta alla mafia; lei fugge dalla celebrazione del 25 Aprile per strizzare l’occhio ai neofascisti italiani e europei, non soltanto per calcoli elettorali, ma per convinta collocazione politica. Il Presidente Fico le ha risposto a tono, prendendo le distanze dal suo atteggiamento inqualificabile. Stiamo ancora aspettando parole chiare da Conte; le dica se non vuole che quello che presiede si confermi come il governo più a destra della Repubblica!

Allo stesso modo, fare apologia del fascismo non è libera espressone del pensiero: è un reato perseguibile per legge. L’equidistanza, o la ricerca di una pacificazione impossibile, al di là delle intenzioni si trasforma sempre nel sostegno di fatto alla destra estrema.

Quello che si è visto ieri a Milano, con gli osanna al duce, è intollerabile, come lo sono altri episodi simili accaduti in questi giorni, a ridosso del 25 Aprile. Si è ormai superato il limite!

Per troppo tempo i neofascisti sono stati tollerati e addirittura vezzeggiati, mentre una certa politica li sta tuttora sdoganando. Pensano che tutto sia loro consentito, sentendosi ormai legittimati.

Invece, no: ora basta!

Ci rivolgiamo agli italiani, affinché si facciano sentire, e a tutte le Autorità perché facciano rispettare la legge, superando ogni bizantinismo degno di consumati azzeccagarbugli. Si agisca nel solco della legalità costituzionale, intrinsecamente antifascista.

Ma cosa vuol dire essere antifascisti oggi? Vuol dire fare propri la memoria e il messaggio della Resistenza, per diffonderli e declinare entrambi nel presente. Vuol dire lottare per la pace e per l’autodeterminazione dei popoli, cominciando da quelli palestinese e curdo. Vuol dire lottare per la dignità dell’essere umano. Vuol dire lottare per coniugare economia e ambiente. Vuol dire lottare per la piena occupazione e un reddito che permetta un’esistenza decorosa. Vuol dire lottare per la parità di genere, basandola sul riconoscimento della differenza dei sessi. Vuol dire lottare contro l’esclusione sociale e del diverso, per l’uguaglianza. Vuol dire lottare contro ogni razzismo.

Perché in giro ci sono troppi conflitti e altri si annunciano. Perché tornano vecchie schiavitù e se ne affacciano di nuove. Perché il riscaldamento del clima e altri inquinamenti minacciano la vita stessa sulla Terra. Perché la donna è oggetto di un attacco reazionario che vorrebbe ridurne la libertà. Perché le differenze e l’ingiustizia sociale aumentano e con esse aumenta la povertà. Perché il fenomeno epocale delle migrazioni non essendo governato con criteri di accoglienza e integrazione, volti a rimuovere gli squilibri che lo alimentano, sta diventando una tragedia umanitaria che rischia di minare alla redice la nostra democrazia.

Per questo l’Antifascismo è un valore attuale, tutt’altro che consegnato alla storia. Per questo l’Anpi è una entità viva e dinamica, impegnata fino al collo nella temperie dei nostri giorni. Chi ci dipinge come un’Associazione di reduci che hanno fatto il loro tempo, lo fa per eliminare un baluardo della nostra convivenza civile e per lasciare campo libero alla destra peggiore. Lo fa per recidere il filo rosso che unisce la Repubblica e la Costituzione alla Resistenza.

Sappiamo che il fascismo come lo abbiamo conosciuto è morto il 25 Aprile del 1945. Ma sappiamo pure come sia presente la possibilità di ricadute autoritarie che del fascismo conservano l’anima, limitando le libertà civili e democratiche. Nei paesi sviluppati l’uscita dalla democrazia può verificarsi per gradi: e il fatto che per alcuni studiosi l’Italia sarebbe già aggi retta da una “democratura”, cioè mezza democrazia e mezza dittatura, è da questo punto di vista allarmante.

Il mondo si sta spostando a destra, con paesi importanti che si consegnano a governi non democratici; in Europa e nel nostro paese assistiamo al decadimento della politica e al riemergere delle discriminazioni verso il più debole, specie se immigrato, e ad un incattivimento dei rapporti umani, di cui il femminicidio è la più disgustosa espressione, mentre parole orrende che credevano definitivamente scomparse dal nostro lessico tornano di uso corrente entrando nella normalità. La precarietà dilaga non esclusivamente nei rapporti di lavoro, diventando precarietà della vita di sempre più larghi strati sociali. Le ragazze e i ragazzi, senza più futuro, versano in una condizione intollerabile e nelle persone sale un risentimento profondo che, non trovando adeguate sponde politiche nelle forze progressiste, presta ascolto alla propaganda razzista, che dà la responsabilità di quanto succede al diverso da noi, indicandolo come nemico. Al punto che la saldatura tra il malessere sociale e il neofascismo è nel novero delle cose possibili: e se ciò accadesse, lo scenario di un nuovo dispotismo si materializzerebbe drammaticamente.

Ma un altro sbocco è possibile. Ce lo dicono le lotte in corso dei sindacati e dei lavoratori, per uno sviluppo migliore, libero dai condizionamenti di un liberismo senza freni e dal potere della grande finanza mondiale, come dall’austerità imposta all’Europa dalla Germania. Ce lo dicono le donne, che giustamente combattono il livore di Pillon e l’oscurantismo a loro e a nostro danno andato in scena recentemente a Verona. Ce lo dicono i giovani, che si propongono il salvamento ecologico del Pianeta. Ce lo dice la folla ritrovatisi l’altro giorno a Prato per dire agli squadristi di Forza Nuova che quella toscana non è aria per loro.

Se, come speriamo, tanta combattività fosse il segno di una situazione arrivata al punto di rottura, vorrebbe dire che siamo all’inizio di una fase nuova caratterizzata dalla reazione delle energie più sensibili e attive del paese. Il fatto che queste lotte siano nate e si stiano sviluppando al di fuori dei partiti dovrebbe far seriamente riflettere i rispettivi esponenti sulla necessità e sui modi di una loro rigenerazione per riconnetterli con la gente, perché la democrazia non vive senza forze politiche organizzate e autorevoli, che abbiano avuto l’umiltà e la forza di ascoltare questi movimenti, traendo da essi la linfa vitale della loro riforma e di quella della rappresentanza democratica.

Il nostro posto è tra chi lotta per i propri diritti e per una nuova società, vedendo in quelle persone i Partigiani del terzo millennio. L’Anpi ci sta a modo suo: non come un partito, ma come la Casa di tutti gli Antifascisti che si battono per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza. Nei suoi precetti c’è la soluzione dei problemi che ci affliggono: sicché la Costituzione va finalmente applicata in ogni sua parte, opponendoci ai tentativi di svuotarla o stravolgerla. Cominciamo dalla XIIa disposizione finale che vieta la ricostituzione, “sotto qualsiasi forma”, del disciolto partito fascista, intanto sciogliendo Forza Nuova e Casa Pound che apertamente si dichiarano eredi e continuatori del fascismo. Per quello che dicono e fanno esse sono una vergogna per l’Italia, rappresentano una intollerabile provocazione da rimuovere al più presto.

l’Antifascismo si occupa di valori, se necessario richiamando la politica alle sue responsabilità, è la coscienza critica del paese, non è un attore del conflitto sociale e politico, che compete ai partiti. Ci impegnassimo nelle soluzioni politiche, replicheremmo nell’Antifascismo le divisioni che caratterizzano i rapporti tra i partiti e non rappresenteremmo più l’identità nazionale. Sarebbe un autogol, una sconfitta epocale che neppure i fascisti sono mai riusciti ad infliggerci. Perché la più larga unità Antifascista è la condizione per invertire la deriva destrorsa in atto. Ma l’unità, per definizione, si realizza tra diversi e tuttavia affini per quanto attiene le regole della democrazia. Non per caso ci rivolgiamo a tutte le forze e correnti di pensiero che dettero vita alla Resistenza, dalla sinistra, al moderatismo, alla stessa destra liberale, perché insieme formiamo uno schieramento plurale e fortemente coeso sui precetti della Costituzione e della coeva Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, facendone un soggetto attivo del dibattito pubblico, per iniettare valori positivi nel corpo sociale.

Adesso nel mirino non c’è una sola categoria sociale, i lavoratori, com’era a cavallo tra gli ultimi due secoli; c’è l’uomo in quanto tale. Per cui quella di un nuovo umanesimo è la più importante sfida dei nostri tempi, che non può essere affidata ad un solo pensiero, per quanto forte.

Su queste cose lo scorso 30 marzo l’Anpi grossetana ha celebrato gli Stati Generali dell’Antifascismo Maremmano, riscontrandone il successo, nonostante la scarsa attenzione dei media. Dobbiamo ora spendere bene quel risultato, rendendo più incisiva l’iniziativa. Il 26 maggio voteremo per l’Europa e per il rinnovo di 16 Amministrazioni comunali in provincia. Non diamo indicazioni di voto per alcuna delle liste in lizza; alle elettrici e agli elettori chiediamo un voto antifascista, per un’Europa dei popoli, della solidarietà e dell’accoglienza, finalmente emancipata dal potere di entità opache non legittimate democraticamente, e per Comuni che non subiscano la presenza ammorbante delle formazioni neofasciste. Poi ognuno declinerà elettoralmente il proprio antifascismo come vuole, votando per i candidati che riterrà più vicini alle proprie sensibilità politiche e culturali.

Sta qui il legame tra la Resistenza di ieri e quella di oggi. Perché la Resistenza continua in forme diverse. Muoiono i protagonisti, non le loro idealità e il loro lascito. Lo scorso 7 aprile, all’età di 93 anni, è scomparso Ameglio Machetti, un Partigiano che non mancava mai a questa celebrazione, un compagno, un maestro e un amico. Aveva appena 17 anni quando entrò nella Resistenza a Monticiano, per poi continuare l’impegno nell’Anpi di Grosseto dopo il suo trasferimento in Maremma. E’ giusto ricordarlo oggi, insieme agli altri Partigiani che purtroppo ci hanno lasciato; lo facciamo esclamando ancora una volta a gran voce: Viva la Resistenza! Viva l’Italia democratica e Antifascista! Viva il 25 Aprile! Viva i Partigiani!

FLAVIO AGRESTI

24-25 Aprile 2019 “La prima cosa bella”- Il Festival di Sant’Anna di Stazzema

Cara cittadina, caro cittadino,

quando fu istituita l’anagrafe antifascista, ormai più di un anno fa, partimmo dalla considerazione che qualcosa stesse succedendo nel nostro Paese.
Stavamo cogliendo il diffondersi di sentimenti di rabbia, discriminazione nella società ed in questo anno le cose se possibile sono ancora peggiorate.
Sant’Anna di Stazzema non può e vuole rimanere immobile: con l’autorità che le deriva dal suo ruolo di Parco Nazionale della Pace, chiamato come è a costruire sulle memorie del passato politiche che incidano nel presente e nel futuro, ha scelto quest’anno di riportare al centro del dibattito le ragioni ed i valori che hanno fatto crescere il nostro Paese.
Per la Festa della Liberazione, in cui si ricorda il sacrificio di chi dette la sua gioventù per la nostra Libertà, il 24 e 25 aprile 2019 organizzeremo un Festival di due giorni che abbiamo chiamato ‘La prima cosa bella – Sguardi diversi sull’Italia di oggi’, perché da un luogo che fu teatro di un così grande orrore possa partire una riflessione ed un messaggio di speranza ed impegno per il futuro.
Siamo preoccupati, ma fiduciosi, perché siamo in molti a credere nei valori che vogliamo difendere e che sono alla base della nostra Costituzione.
Il Festival rientra nel calendario ufficiale delle iniziative per le celebrazioni del 74° Anniversario della Liberazione; a Sant’Anna di Stazzema si svolgerà, la mattina del 25 aprile, la celebrazione unitaria per la Versilia. “La prima cosa bella” è organizzato dall’Istituzione Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema.
Il Festival prenderà il via alle ore 16:00 di mercoledì 24 aprile presso la Piazza della Chiesa di Sant’Anna di Stazzema, con Marco Damilano, Pier Luigi Battista, Paolo Condò ed Ubaldo Pantani.
Il 25 aprile il Festival prosegue a partire dalle 16.00 con Oliviero Toscani, Walter Veltroni, Massimo Oldani e Pamela Villoresi che chiuderà il Festival con il suo spettacolo ‘Io ho visto’ in collaborazione con il giornalista Pier Vittorio Buffa.
La due giorni di incontri e spettacoli sarà moderata da Francesca Baraghini, giornalista di Sky tg24. L’ingresso è libero e gratuito.

Nella due giorni del Festival nel Museo Storico della Resistenza saranno visibili le opere dell’artista Vinicio Rovai nell’ambito della mostra “Dal passato al futuro: Sant’Anna di Stazzema e Auschwitz”

Per la sola giornata del 25 Aprile a partire dalle ore 14:00 saranno disponibili navette gratuite per Sant’Anna di Stazzema con partenza dalla località La Balza (7 km da Sant’Anna).
Come ci ricordava Norberto Bobbio, il cammino della democrazia non è un cammino, né facile, né inesorabile: richiede impegno. Quello che chiediamo ad ognuno di voi e di noi ogni giorno, perché essere antifascista comporta una responsabilità che vogliamo condividere assieme.
Vi aspettiamo a Sant’Anna di Stazzema

Contatti e info
http://www.santannafestival.it
http://www.santannadistazzema.org
http://www.facebook.com/SantAnnaDiStazzema
santannamuseo@comune.stazzema.lu.it
+39 0584.772025

? IL PROGRAMMA

LA PRIMA COSA BELLA
IL FESTIVAL DI SANT’ANNA DI STAZZEMA
SGUARDI DIVERSI SULL’ITALIA DI OGGI
24-25 aprile 2019
Sant’Anna di Stazzema, piazza della Chiesa
Modera FRANCESCA BARAGHINI Giornalista Sky tg 24

Mercoledì 24 Aprile 2019 inizio ore 16:00– Sant’Anna di Stazzema, Piazza della Chiesa
INGRESSO LIBERO E GRATUITO

ore 16:00 MARCO DAMILANO, direttore de L’Espresso
“Il nemico della libertà è dentro di noi”
ore 16:30 PIERLUIGI BATTISTA, inviato e editorialista del Corriere della Sera
“Memorie separate per una storia comune”
ore 17:00 PAOLO CONDO’, giornalista SKY e scrittore
“Stadi brutali e l’arena dei social”
ore 17:30 UBALDO PANTANI, attore, imitatore e trasformista, comico
“Appunti per Bartali” di Ubaldo Pantani – backstage teatrale

Giovedì 25 Aprile 2019 inizio ore 16:00 – Sant’Anna di Stazzema, Piazza della Chiesa
INGRESSO LIBERO E GRATUITO

ore 16:00 OLIVIERO TOSCANI, fotografo e creativo
“Italia paese di creativi?”
ore 16:30 MASSIMO OLDANI, conduttore radiofonico di Radio Capital, giornalista, autore televisivo
“Songs With A Message”- storytelling musicale
ore 17:00 WALTER VELTRONI, giornalista, scrittore e regista
“La rivoluzione dei buoni sentimenti, fra vita e cinema”

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COMITATO PROVINCIALE “Norma Parenti” GROSSETO
Egr. Signor Sindaco,
ci permettiamo di richiamare la Sua attenzione sul prossimo 25 Aprile, ricorrenza della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo grazie ai Partigiani e agli eserciti Alleati, facendoLe presente la necessità di svolgere, come ogni anno, una celebrazione consapevole e partecipata dalle stesse istituzioni Pubbliche locali.
La Resistenza è riconosciuta dagli storici come l’atto fondante dell’Italia democratica e antifascista, originandosi da essa la Repubblica e la Costituzione, con il sistema dei valori fondati sul rispetto dell’uomo, che fanno del nostro uno dei Paesi più liberi e sviluppati del mondo. E’ stata un avvenimento pari al Risorgimento: infatti se questo realizzò l’Unità d’Italia, la Resistenza ha portato la gente nello Stato, rendendolo democratico e permeabile alle istanze popolari.
Se guardiamo bene a ciò che accade, ci rendiamo conto che nella Carta Costituzionale sono contenuti precetti importantissimi, il cui rispetto consentirebbe di farci uscire dalla crisi che da troppo tempo stiamo vivendo. Per questo essa va difesa dai ricorrenti tentativi di svuotarla e stravolgerla e va applicata in ogni sua parte senza ulteriore indugi. La celebrazione cui ci apprestiamo si fa carico di queste necessità, rendendola un momento importante per il nostro futuro, tutt’altro che un rito stanco e rituale.
Per questo Le chiediamo di programmare nel Suo Comune una cerimonia commemorativa adeguata alla circostanza, in collaborazione con la locale sezione dell’Anpi, e di prendere parte con il gonfalone alla celebrazione provinciale, facendo il possibile per rendere compatibili gli orari.
Allo scopo La informiamo che la manifestazione inizierà in Via Alfieri a Grosseto alle ore 10,00, da dove partirà il corteo per le vie cittadine, fino al parco della Rimembranza, per poi proseguire in piazza Dante alle ore 11 con i discorsi commemorativi del Sindaco di Grosseto, del Presidente provinciale dell’Anpi, e di rappresentanti dei sindacati, delle donne di “Non una di meno” e degli studenti medi. La aspettiamo. Cordialmente,
Flavio Agresti Presidente ANPI provinciale
Via M. Ravel 15 – 58100 GROSSETO anpi.grosseto@live.it http://www.anpigrosseto.wordpress.com

https://drive.google.com/file/d/0B76hjxop7jNlOHc1MWF2UkprRU1UdmNlR3p4M3VobGp2OGpF/view?usp=sharing