18 maggio Cerimonia al Cippo di via della Dogana

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Gli anniversari secchi, come è questo settantesimo ci incitano a porre maggiore attenzione alla memoria della Resistenza, a celebrare la vita e commemorare la morte di questi uomini con maggiore sforzo retorico.
Non gli renderemmo giustizia, però, se continuassimo a celebrarli come icone bidimensionali, una sorta di santini laici da portafoglio. Non solo perché abbiamo la fortuna di avere ancora qui con noi gli uomini e le donne che li hanno conosciuti e che ce ne richiamano alla memoria tutta la loro carnale umanità; non solo perché a distanza, appunto, di 70 anni abbiamo la sufficiente visione laica della storia da toglierli da quel Pantheon civile in cui erano stati necessariamente calcificati quali ossatura morale della nascente Repubblica.
Limitare le celebrazioni di Luigi e Giovanni – e mi permetto di chiamarli per nome come si fa con gli amici più vicini – alla eroica morte in difesa di un ideale è una doppia ingiustizia: nei loro confronti, perché è più profondo e grande il messaggio che no dobbiamo trarre, e nei confronti di tutta la Resistenza. Continua a leggere

7 Maggio 2014: cerimonia per il 70° anniversario dell’uccisione del Sottotenente Luigi Canzanelli

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7 maggio 2014

Signora Prefetta, Signor Comandante ,Autorità militari, civili,religiose cittadini

70 anni or sono, in questa stessa data, a Murci nel comune di Scansano in un combattimento tra una formazione di partigiani ed una formazione di fascisti caddero valorosamente il sottotenente Luigi Canzanelli ed il soldato Giovanni Conti.

Luigi Canzanell era un giovane ufficiale dell’esercito italiano, colto e istruito in virtù della sua infanzia cosmopolita e della sua frequentazione del Politecnico;all’armistizio dell’8 settembre 1943 anzichè consegnarsi ai tedeschi o prendere la via di casa, insieme al collega Antonio Lucchini decise di oltrepassare la linea del fronte e recarsi al sud d’Italia dove si era rifugiato il Re ed il governo italiano per poi da li ripartire per liberare il resto del paese. Transitando sulle colline maremmane nella zona di Manciano, preso contatto con la popolazione locale, si resero conto che anche da li potevano dare un contributo alla Liberazione e furono i primi organizzatori della Resistenza contro i tedeschi che avevano occupato militarmente questi territori e contro i fascisti che collaboravano con gli occupanti.

Indubbiamente alla base di questa loro decisione, oltre ad un sentimento di avversione alla dittatura fascista ed alla guerra, vi fu anche la profonda convinzione che la scelta di ogni buon soldato e di ogni italiano doveva essere quella di rimanere fedeli alle massime istituzioni allora esistenti che erano la monarchia ed il legittimo governo italiano che operavano al di la della linea del fronte

Una prova concreta di questa loro convinzione è rivelata anche da questo episodio: quando dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania (13 ottobre 1943) il CLN nazionale decise anche in base alle indicazioni delle convenzioni internazionali che i partigiani italiani dovessero mostrare il più possibile anche nella foggia di essere dei “soldati patrioti”, Canzanelli e Lucchini chiesero al CLN di Grosseto di attuare tale norma e toccò ad un dirigente del PCI di Grosseto, Aristeo Banchi (Ganna) di recarsi in bicicletta fino a Siena e con serio rischio personale per rifornirsi di nastrini tricolori,stellette e mostrine per dotarne le loro formazioni Continua a leggere