- la quarta festa nazionale a Carpi (Modena) dal 30 maggio al 2 giugno;
- le notazioni del presidente nazionale Carlo Smuraglia sul 25 Aprile appena trascorso; una riflessione sulla tragedia del Mediterraneo; il commento sul caso “Mori”, il repubblichino insignito della medaglia alla memoria, adesso revocata.
Mese: aprile 2015
La relazione annuale della sezione di Grosseto “Elvio Palazzoli”
Nota del presidente provinciale Nello Bracalari sulla relazione della sezione “Palazzoli” di Grosseto
“Pubblichiamo sui nostri mezzi di comunicazione on line la relazione del compagno Corlito all’assemblea annuale della sezione di città svoltasi l’11 aprile scorso.
Non in termini di recriminazione, ma ai soli fini di una corretta valutazione dell’attività della nostra associazione, ritengo doveroso, per quanto inusuale, accompagnare tale pubblicazione con una breve nota, riguardante un argomento dei numerosi trattati: quello relativo al mancato successo del tesseramento,
In questo paragrafo si indica come una delle cause del mancato successo del tesseramento, un presunto disallineamento tra l’orientamento politico della Presidenza provinciale e quella Nazionale, nella quale invece, la sezione si riconoscerebbe. A tale proposito appare davvero singolare che tale accusa sia formulata da chi, nel passato, non solo ha manifestato dissenso, di per sé legittimo, verso posizioni di grande rilevanza assunte dalla presidenza nazionale, ma addirittura ha partecipato ” in forma organizzata” ad iniziative non condivise dalla presidenza nazionale stessa.
Poi quando si danno questi giudizi di scostamento dalla linea generale dell’associazione sarebbe bene indicare sempre con quali atti ciò sarebbe avvenuto, perché non vorrei che si scambiassero considerazioni e giudizi che ognuno è giusto che esprima sui singoli argomenti come contributo ad una doverosa sintesi, come atti contrari alla linea nazionale.
Infine,sempre in tema di tesseramento, anche gli altri argomenti, compresi quelli di carattere organizzativo, mi sembra che tendano ad attribuire ad altri il mancato successo mentre è assente una riflessione su come viene percepita all’esterno l’attività della sezione e, soprattutto, se questa è capace o meno di coinvolgere la larga e plurale base sociale su cui si fonda la nostra associazione”.
Nello Bracalari
RELAZIONE ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DELLA SEZIONE ANPI “E. PALAZZOLI” DI GROSSETO dell’11 aprile 2015 approvata dal Direttivo di sezione all’unanimità
Care compagne e cari compagni,
ci riuniamo per la terza volta dalla fondazione della nostra sezione, intitolata a Elvio Palazzoli, per fare un bilancio del nostro lavoro nel 2014 e per varare il piano di lavoro per il 2015. Lo stesso fatto che la ns Assemblea si tenga nel mese di aprile e a ridosso della Festa della Liberazione del 25 aprile è segno della fatica fatta sin qui. Abbiamo alle spalle un anno difficile non solo per la ns sezione, ma anche per tutto il ns paese. Come sappiamo il comma 1 dell’art. 6 del Regolamento nazionale prevede: “L’assemblea ordinaria annuale della sezione, di cui all’art. 16 dello Statuto, deve procedere, prima dell’inizio dei lavori, alla nomina di un Presidente dell’Assemblea. L’ordine del giorno deve prevedere: esame dell’attività svolta nel corso dell’anno; programma di lavoro e iniziative previste per il nuovo anno; discussione della situazione politica e i compiti dell’associazione; esame e approvazione del bilancio consuntivo e di previsione”.
Lo scorso anno abbiamo convenuto che “solo se la nostra sezione (come tutte le altre della nostra Associazione) diventa un collettivo di lavoro militante avremo assolto al nostro compito statutario di essere custodi della memoria attiva della Resistenza e di garanti della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista”. Ricordiamo che anche il Presidente nazionale dell’ANPI, il partigiano Carlo Smuraglia, ha più volte sottolineato che uno dei problemi fondamentali della nostra Associazione è avviare un processo di trasformazione degli iscritti in militanti. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che siamo lontani dall’aver realizzato questo obbiettivo non solo perché il numero degli iscritti nel 2014 non ha eguagliato il risultato del 2013, delle cui ragioni dirò qualcosa più avanti, ma anche perché c’è stato un impegno di alcuni compagni del direttivo a cui non ha corrisposto – se non in particolari occasioni – un allargamento dei compagni che hanno collaborato con noi con continuità.
Partiamo da un breve esame della situazione politica attuale, ribadendo che purtroppo essa –nonostante i tanti successi sbandierati dai media – rimane caratterizzata dalla gravissima crisi economica, sociale, politica e morale, illustrata nelle due precedenti relazioni. Richiamo qui la “valutazione complessiva” del Presidente Smuraglia al Consiglio nazionale di Cianciano del 25 ottobre 2014: “una situazione difficile e precaria su tutti i fronti, interni ed esterni. Tendenze preoccupanti e rischi per il Paese, nella crescente difficoltà di uscire finalmente dalla crisi, mentre si spera ancora di risolverla sulla base dell’equità e della giustizia sociale. Il distacco dei cittadini, l’indifferenza, la convinzione dell’ultima spiaggia e della mancanza di alternative. Poca attenzione alle riforme costituzionali ed alle questioni di fondo (crescita, sviluppo, creazione di posti di lavoro, trattamento ‘dignitoso’ del lavoro) e poco impegno – dei cittadini e delle istituzioni – sul piano dell’antifascismo e della democrazia. Non ci sono opposizioni ‘vere’, né fuori né dentro il Parlamento”. Anche se nelle ultime settimane i media hanno celebrato la riduzione dello spread sotto i 100 punti, obbiettivo utile perché riduce i costi del ns debito nazionale, ciò non si traduce nella liberazione di risorse per il rilancio dell’occupazione (è di questi giorni la notizia che il famoso Job’s act, che in italiano dovrebbe essere un piano per il lavoro, non riesce a varare i decreti attuativi per difficoltà di trovare le coperture finanziarie idonee e non produce un aumento dell’occupazione). Il rischio è quello che denunciammo nella relazione dello scorso anno: una ripresina senza lavoro.
In realtà non siamo fuori della crisi economica, è stato dimostrato che su scala planetaria le disuguaglianze sociali sono ritornate ad essere quelle del 1929, dato che dimostra due cose: 1. la crisi attuale è uguagliabile per profondità e gravità alla grande depressione; 2. la natura ultima delle crisi cicliche del capitalismo non sono eventi “naturali”, ma gigantesche redistribuzioni della ricchezza a spese di chi la produce, cioè il lavoro. Un dato impressionate è che 86 persone in tutto il pianeta posseggono una ricchezza pari a 3 miliardi e mezzo di esseri umani. La subalternità ideologica delle classi lavoratrici è dimostrata dal fatto che l’unico che su scala planetaria è riuscito ad agire politiche economiche espansive, cautamente keynesiane, il presidente Obama, al ritmo di 300.000 unità al mese, è stato penalizzato nelle elezioni di mid-term a tutto vantaggio dei repubblicani, conservatori e in larga misura guerrafondai.
Vorrei portare anche l’esempio greco, ma non in positivo come ci si potrebbe aspettare da me, ma in negativo: la sinistra, unificata in un lungo e faticoso processo in Syriza, ha conseguito un rilevante successo elettorale intorno ad una idea di difesa degli interessi nazionali rispetto alle politiche neo-liberiste della Troika e di ripresa delle politiche di piena occupazione di marca keynesiana e socialdemocratica. I tentativi tedeschi ed europei di contenerne il successo prima delle elezioni, il cui risultato è stato un ibrido governo di coalizione, e poi quelli in corso di piegare la resistenza greca alle ricette neo-liberiste mettono a rischio la tenuta del governo Tsipras, le cui capacità di mediazione sono messe a dura prova. È di questi giorni la dichiarazione europea della necessità di cambiare la coalizione di governo, espellendo la sinistra di Syriza ed imbarcando il Pasok, da sempre fedele agli euroburocrati, con una grave ingerenza nelle questioni interne di unop stato sovrano. Voglio richiamare la vostra attenzione sul fatto che – come in altri periodi storici – la fine delle speranze del popolo greco rappresentate dal successo elettorale della sinistra possono aprire una breccia al successo della destra più estrema; dobbiamo ricordare che il partito neo-nazista Alba Dorata è il terzo partito greco per suffragi elettorali.
Per fortuna le spinte populiste di destra in Europa hanno segnato una battuta d’arresto in Francia con il mancato successo del Front National nelle ultime elezioni amministrative, risultato che speriamo venga replicato in Italia nelle prossime amministrative contro il populismo verde-nero di Salvini, alleato coi “fascisti del terzo millennio”, come si definiscono quelli di Casa Pound. Il flop della manifestazione di Piazza del Popolo (10.000 presenze facendo un conto largo) sembra andare in questa direzione, ma i pericoli di destra esistono su scala europea e italiana e il cavallo di Troia di questa tendenza autoritaria da sempre anticamera del fascismo è il razzismo attivato dalla paura delle orde di immigrati che premono sulla frontiera sud. Queste forze stanno pericolosamente alzando la testa anche nella nostra città usando lo stesso sistema.
Inoltre basta osservare una cartina dei conflitti armati in atto per vedere come siamo circondati da focolai di guerra che non si sopiscono anzi pericolosamente di avvicinano alle porte di casa. Mi riferisco a quello russo-ukraino, con forze apertamente fasciste presenti nel governo ukraino piegato agli interessi economici europei e statunitensi sui giacimenti di scisti bituminosi del Donbass; il rinfocolarsi del conflitto isdraelo-palestinese con la battuta d’arresto del processo di pace, fondato sul principio “due popoli, due stati”, che risulterà dal successo della destra di Netanhiau; l’avanzata lungo il nord-africa dei barbari dell’ISIS, che sono arrivati ad un tiro di missile dalle coste siciliane. È il risultato della politica guerrafondaia americana, della lobby del petrolio e degli armamenti, che ha sostenuto la presidenza dei Bush padre e figlio, la quale ha scatenato la “guerra dei trent’anni” in Iraq. Analogamente le milizie dell’ISIS sono state alimentate contro il dittatore siriano Assad finché sono sfuggite al controllo. Nel frattempo dobbiamo aspettarci una vittoria del terzo Bush alle prossime presidenziali statunitensi.
Come abbiamo più volte ribadito nei documenti ufficiali dell’ANPI non è nostro compito esprimerci sulla natura dei governi, né possiamo avere “governi amici”, ma siamo chiamati a valutare le azioni e i provvedimenti dei governi in base ai nostri principi ed alla nostra linea politica di difesa e sviluppo della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista. Richiamo qui ancora la relazione del Presidente Smuraglia al Consiglio Nazionale di Chianciano del 15 ottobre scorso, che condividiamo profondamente.
“La riforma del Senato. A nostro parere, è sbagliata, perché – nella sostanza – elimina il Senato come vero organo di rappresentanza e di equilibrio. La soluzione approvata è inaccettabile ed è certo, a nostro avviso, che non potrà funzionare. Meglio sarebbe stato cogliere l’esigenza reale, che era quella di differenziare il lavoro delle due Camere, mantenendo ad entrambe l’elettività, funzioni adeguate anche se diverse, e semmai facendo del Senato, davvero, una Camera alta, anche per le maggiori competenze acquisite” Smuraglia rileva, inoltre, che “si è colta l’occasione della riforma per compiere altre due operazioni, certo non corrispondenti ad esigenze democratiche: l’elevazione del numero delle firme richieste per l’iniziativa popolare (da 50.000 a 300.000) e l’aumento dei poteri del Governo, sul calendario del Parlamento”.
“La riforma della legge elettorale. Siamo contrari, perché non si restituisce, come si era promesso, la parola ai cittadini, non ammettendo preferenze o collegi nominali o altre soluzioni che evitino il “Parlamento dei nominati”, prevedendo sbarramenti troppo alti e premi di maggioranza eccessivi. Il mix delle soluzioni fin qui approvate, a nostro avviso, pone serissimi problemi di rappresentanza, di possibilità per i cittadini di esprimere la loro volontà e i loro intenti; concentra in una sola Camera tutti i poteri, fa correre al Paese il rischio di un sistema populista, con tendenze autoritarie. Per questo, si tratta di una questione di democrazia, la cui riduzione di spazi si manifesta in molte altre forme, più volte da noi denunciate”.
L’ANPI ha ribadito più volte “la necessità di un piano per la crescita, lo sviluppo, e l’occupazione, al di là di misure contingenti (inutili ed in alcuni casi dannose) che mirano a modificare le regole e il sistema del diritto del lavoro”. Da ciò deriva per Smuraglia “una critica forte, non solo al provvedimento sul contratto di lavoro a tempo determinato, ma anche a quello che è stato chiamato Job’s Act, nel quale – a prescindere da alcuni aspetti potenzialmente positivi – non riusciamo a scorgere altro se non un disegno liberista, basato sulla convinzione (errata) che ciò che incide su investimenti e consumi è il costo del lavoro, laddove il problema è ben più complesso e gli ostacoli derivano – semmai – da una burocrazia inefficiente, dalla corruzione, dalla pressione e dai ricatti delle mafie. Siamo assolutamente contrari, comunque, a che si rimetta in discussione lo Statuto dei lavoratori, che si pretenda di abolire (per di più dal Governo) l’art. 18 e si cerchi anche di distruggere o quanto meno ridurre quella norma fondamentale del Codice Civile, che impone, a pena di nullità, di assegnare il lavoratore alle mansioni per cui è stato assunto”.
Queste tre questioni sono centrali nella linea politica dell’ANPI ed erano centrali anche nella relazione all’Assemblea di sezione del 2014, sono state ribadite nell’Assemblea nazionale dell’Eliseo e nell’editoriale della Segreteria Nazionale dell’ultimo numero di Patria. Sono riassunte nel slogan “era (ed è) una questione di democrazia” contro ogni alterazione dell’equilibrio repubblicano tra i poteri dello stato e contro le facili scorciatoie del decisionismo e della governabilità, che possono aprire a derive autoritarie. L’editoriale di Patria chiama ad una mobilitazione generale dell’ANPI per uscire dall’indifferenza di massa, per cui in politica ormai le decisioni vengono prese altrove, nelle chiuse stanze della finanza multinazionale, nella torre d’avorio impermeabile di Euro Tower, nelle stanze dei bottoni governativi. È una questione democratica perché c’è un problema di rappresentanza politica e sindacale dei cittadini così come sono sancite dalla Costituzione, in una di quelle tante parti rimaste non applicate. L’opposizione democratica ed antifascista alle politiche neo-liberiste, la questione della rappresentanza e la riforma della politica vanno costruite dal basso e l’ANPI localmente e nazionalmente ha il compito di favorire tutti i processi sociali e politici che vanno in questo senso. A proposito dell’iniziativa della “coalizione sociale” il Presidente Smuraglia ha ribadito a nome del Comitato Nazionale nel 24 marzo 2015: “piena attenzione a chi cerca di smuovere la morta gora della politica del nostro Paese, di restituire ai cittadini la volontà di partecipare alla vita consociata, nonché a chi si propone obbiettivi in buona parte condivisibili in quanto affini a quelli tipici del DNA dell’ANPI”, viene contemporaneamente ribadita la necessità di difendere l’autonomia dell’ANPI.
Passiamo ora alla verifica di quanto abbiamo fatto del programma di lavoro del 2014, approvato dall’assemblea di sezione del gennaio 2014.
1. miglioramento del numero degli iscritti (almeno 230 per il 2014) e soprattutto della loro partecipazione e preparazione militante; questo obbiettivo non è stato raggiunto e merita una riflessione specifica;
2. aumentare la presenza delle compagne nella sezione e negli organismi dirigenti; questo obbiettivo è stato raggiunto con la presenza di quasi il 50% di compagne nel direttivo di sezione, le dimissioni di due compagne ripropongono la questione nel 2015;
3. sviluppare il Progetto “A scuola di Costituzione”: allo stato attuale sono coinvolti 4 istituti superiori cittadini, migliorando la partecipazione dei giovani alla celebrazione della Liberazione e ripetendo su larga scala l’esperimento dell’attestato di cittadinanza per la festa della Repubblica; pensiamo di arricchirlo con uno spettacolo teatrale su Norma Parenti; questo obbiettivo è stato pienamente raggiunto;
4. rinnovare la partecipazione al ricordo dei momenti salienti della Resistenza nel territorio di competenza della sezione (martiri di san Leopoldo e di Istia, partecipazione al 25 aprile e al 70°); la sezione è stata attivamente presente con un ruolo propositivo in tutte queste circostanze di rinnovamento della memoria antifascista;
5. rinnovare il sostegno al Festival Resistente, cercando di rinnovarne gradualmente i ranghi con l’impegno dei giovani che la sezione ha mobilitato nel proprio lavoro; abbiamo partecipato attivamente all’edizione 2014 del Festival dando un contributo a tutti i livelli;
6. fare della liberazione di Grosseto un elemento centrale delle celebrazioni del 70° con l’apposizione della lapide per i caduti di Porta Vecchia; questo obbiettivo è stato raggiunto, anche se con alcuni limiti nella cerimonia di inaugurazione della lapide di Porta Vecchia;
7. l’organizzazione di una mostra di quadri da organizzare in Prefettura sulla Resistenza e la Costituzione a cura del Compagno Giovanni Stefani tra aprile e giugno prossimi; questa iniziativa non si è potuta tenere perché non abbiamo avuto i fondi necessari alla stampa del catalogo cartaceo;
8. la prevista ristampa del libro di Ganna e la verifica dell’ipotesi di una cortometraggio sulla liberazione di Grosseto; il libro è stato stampato anche se un po’ in ritardo, è stato presentato a Roccastrada e verrà presentato al Festival Resistente 2015;
9. una o più specifiche iniziative sul tema dell’unità europea all’interno della campagna elettorale per il parlamento europeo, che faccia perno soprattutto sul tema del welfare, fornendo un’adeguata conoscenza delle istituzioni europee e dei trattati; l’iniziativa si è tenuta con particolare riferimento ai temi dell’immigrazione;
10. un’iniziativa sui temi del razzismo e del rinascente pericolo fascista, in particolare sull’abolizione della legge Bossi-Fini e sul riconoscimento dei diritti di cittadinanza agli stranieri aventi diritto; abbiamo svolto un’iniziativa di controinformazione sui sistemi autoritari sviluppatesi contro l’opposizione al G8 e tenuto alcuni presìdi per ribadire i valori dell’ANPI contro la discriminazione razziale, che ha avuto alcuni barbagli anche in città sollecitando una presa di posizione delle istituzioni democratiche cittadine; dobbiamo rivendicare questa iniziativa anche alla luce della recente sentenza della Corte di Strasburgo;
11. un impegno continuo per la firma della petizione nazionale sulla stragi fasciste; abbiamo raccolto le firme, ma con poca continuità e una convinzione limitata;
12. una specifica iniziativa istituzionale tesa a centrare la festa della Repubblica sui valori della Costituzione e in particolare sull’articolo 1; abbiamo cercato di perseguire questo obbiettivo, che si è arenato rispetto alla valutazione di scarsa opportunità delle organizzazioni sindacali cittadine, in questo senso la sensibilità dell’attuale Prefetto a supplito adeguatamente senza bisogno della nostra sollecitazione.
Merita una riflessione il mancato raggiungimento dell’obbiettivo del tesseramento: ci siamo fermati a 162 tesserati, quindi anche sotto il livello raggiunto nel 2013. Hanno congiurato a questo risultato negativo, di cui occorre farsi carico collettivamente in termini autocritici, questioni organizzative e politiche: 1. le dimissioni del segretario della sezione a metà anno per motivi personali hanno inceppato il tesseramento; 2. l’aver determinato una strozzatura iniziale nelle tessere messe a disposizione; 3. un periodo difficile di divergenza tra le posizioni della sezione e quelle della Presidenza Provinciale, che hanno bruciato energie poco produttivamente da entrambe le parti. In larga misura tali divergenze sono state superate nel lavoro pratico, ma il prolungamento di una discussione poco produttiva politicamente e talvolta di tipo personalistico non ci ha giovato nell’iniziativa politica. Se una difficoltà permane ci sentiamo di poter dire che essa riguarda alcuni momenti di dis-allineamento tra l’orientamento politico della Presidenza Provinciale con quella Nazionale, in cui la sezione si riconosce, come abbiamo appena detto. Crediamo che l’unità antifascista – anche all’interno della ns Associazione – sia un valore irrinunciabile, ma che essa non sia frutto dell’acquiescenza opportunistica, ma vada conquistata nel confronto tra le diverse sensibilità politiche per raggiungere un più forte livello di operatività unitaria. Ciò sarà particolarmente importante nella fase congressuale che abbiamo davanti fino al Congresso Nazionale del 2016. Anche su questo percorso concordiamo con quanto Smuraglia ha detto nelle sue conclusioni al Consiglio nazionale di Chianciano: dobbiamo garantire il passaggio dalla generazione dei partigiani alla nuova stagione dell’ANPI, non siamo per “rottamare” nessuno, ma per valorizzare al massimo livello di direzione i partigiani finché la biologia permetterà loro di farlo, essi sono per noi un patrimonio umano, politico e organizzativo irrinunciabile.
Passiamo alle proposte per il programma di lavoro per il 2015, che di fatto sono già in fase di realizzazione:
1. ritorno al numero di tesserati del 2013 (almeno 200) Responsabile Eleonora Caso;
2. aumentare la presenza delle compagne nella sezione e negli organismi dirigenti Responsabile;
3. 3^ edizione di “A scuola di Costituzione” Responsabili Beppe Corlito e Francesco Ladu;
4. rinnovare la partecipazione al ricordo dei momenti salienti della Resistenza nel territorio di competenza della sezione (martiri di san Leopoldo e di Istia, partecipazione al 25 aprile e al 70°);
5. Seminario per i giovani (ma aperto a tutti gli iscritti e simpatizzanti) sui valori dell’ANPI Responsabili Beppe Corlito, Francesco Ladu, Marco Di Giacopo;
6. rinnovare il sostegno al Festival Resistente Responsabile Clara Schiattone;
7. Presentazione del libro di Ganna al Festival Resistente il 26 aprile Responsabile Beppe Corlito;
8. Cooperazione e Resistenza (art. 51 della Costituzione) ciclo di 3 seminari Responsabili Gilberto Capanni e Gianluca Ardolino;
9. liberazione di Grosseto (14.6.2015) Porta Vecchia: cerimonia al consiglio comunale, alloro alla lapide e coro dei Partigiani Responsabile Beppe Corlito;
10. iniziativa sul documento ANPI sul razzismo in Consiglio Comunale coinvolgendo tutti i partiti disponibili e momenti ripetuti di presidio in Piazza Rosselli con raccolta delle firme Responsabile Buzzani;
11. aggiornamento del data base, comunicazione, news letter, profilo Fb Responsabile Giancarlo Sensalari.
In conclusione vorrei ribadire quanto già detto nelle precedenti relazioni sulla necessità della costruzione di un’ampia unità antifascista con tutte le forze politiche e sindacali disponibili, soprattutto nelle associazioni di base e con gli enti locali della città.
Personalmente faccio un appello, anche a nome dell’intero direttivo della sezione, per un impegno capillare di tutti per ottenere una vasta mobilitazione dei cittadini per la manifestazione del 25 aprile in occasione del 70° della Liberazione da nazi-fascismo non solo per l’importanza della scadenza, ma anche per evitare una dimostrazione di debolezza del fronte antifascista.
L’assemblea si è conclusa approvando all’unanimità il piano di lavoro 2015 proposto, il bilancio consuntivo e quello preventivo, le dimissioni per motivi personali dal Direttivo di sezione dei compagni Antonella Nerozzi, Veronica Tancredi e Giacomo Banducci e l’inserimento dei compagni Romeo Carusi e Marco Di Giacopo.
Ne consegue che il Direttivo di sezione è così costituito:
1. Beppe Corlito Presidente
2. Eleonora Caso Vice-presidente
3. Francesco Ladu Vice-presidente
4. Manfredo Chiezzi tesoriere
5. Gilberto Capanni
6. Nadia Norcini
7. Gianluca Ardolino
8. Clara Schiattone rappresentante della Rete degli Studenti Medi
9. Maurizio Buzzani
10. Romeo Carusi
11. Marco Di Giacopo
Grosseto, 11.4.2015
Nello Bracalari: “A 70 anni dalla Liberazione ancora gratitudine a chi si sacrificò per il nostro paese”
70° DELLA LIBERAZIONE D’ITALIA 25 Aprile 2015 INTERVENTO del presidente provinciale dell’ANPI di Grosseto Nello Bracalari
“Nel ricordare il 70° anniversario della Liberazione d’Italia il nostro primo pensiero riconoscente va a quanti operarono, si sacrificarono – e molti anche con il dono della loro vita – per la libertà del nostro Paese.
La liberazione dell’Italia avvenne in primo luogo grazie all’intervento delle nazioni della coalizione antifascista. Ricordo ancora quel giovane soldato nero che portava sul petto come souvenir il distintivo di un partito politico antifascista e, con uno stentato italiano, ci raccontava con orgoglio che era partito dalla Virginia arruolandosi nell’esercito degli U.S. per venire a liberare l’Europa (io, a quel tempo, non sapevo che esistesse la Virginia).
Come ricordo, inoltre, quel cittadino russo degli Urali, innamorato di Rome e Florence, che incontrai alcuni anni dopo, che si vantava del fatto che il suo paese aveva contribuito con 20 milioni di morti alla sconfitta del nazifascismo e quindi alla liberazione di queste due belle città italiane che riteneva le più belle del mondo.
A 70 anni da quegli avvenimenti noi dobbiamo esprimere ancora una volta la nostra gratitudine a quanti direttamente o indirettamente si sacrificarono per la liberazione del nostro paese.
Accanto a questi doverosi riconoscimenti, dobbiamo ricordare altresì il notevole contributo dato dalla Resistenza italiana alla liberazione della nostra patria. In quegli ultimi giorni dell’aprile 1945 le truppe alleate giungevano nelle città del nord Italia già liberate e questo contributo servì anche a rendere un po’ meno vessatorie le condizioni di pace che l’Italia dovette subire per la politica aggressiva compiuta da fascismo.
Ma soprattutto vorrei sottolineare il fatto che la Resistenza italiana non fu solo partecipazione alla lotta armata ma fu soprattutto UN GRANDE SUSSULTO DI POPOLO che vide una partecipazione molto più ampia delle avanguardie che avevano partecipato al Risorgimento.
Furono Resistenza le azioni dei PARTIGIANI che si erano dati alla macchia, all’inizio quasi disarmati (solo molto più più tardi vi furono lanci di materiale bellico da parte degli alleati).
Come fu Resistenza l’azione delle donne italiane che nelle compagne facevano il pane per la famiglia, preparando sempre qualche pagnotta in più per quelli che erano alla macchia.
Fu un’azione corale della maggioranza del popolo italiano di opposizione al Fascismo ed alla guerra, MA LA RESISTENZA FU, SENZA DUBBIO, ANCHE UN’ALTA MANIFESTAZIONE DI PATRIOTTISMO.
Occorre sempre ricordare che dopo l’8 settembre 1943 in Italia si era creata una situazione in cui vi era al sud, occupato dagli eserciti alleati, l’unica istituzione italiana allora vigente, la monarchia sabauda, e il governo Badoglio che, pur criticati per come si erano comportati godevano, del riconoscimento internazionale ed avevano dichiarata guerra alla Germania. Mentre al nord vi era uno governo fantoccio costituito sotto l’egida dei mitra degli occupanti tedeschi.
QUESTA ERA LA SITUAZIONE DAL PUNTO DI VISTA STORICO E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE.
Quindi il primo dovere di ogni italiano era quello di non servire un governo illegittimo.
Adempirono a questo dovere patriottico le centinaia di migliaia di italiani che sfuggiti alla cattura dei tedeschi dopo l’8 settembre, si rifiutarono di tornare sotto le armi e presero la via della macchia, come fu un alto gesto patriottico quello compiuto da circa 650 mila su 800 mila internati in Germania che preferirono subire la durezza dei campi di concentramento anziché rientrare in Italia al servizio della repubblica di Salò. Come fu un atto patriottico quello compiuto da oltre l’80 per cento dei giovani della nostra provincia che chiamati alla leva del governo fascista rifiutarono di farlo con il rischio di essere passati per le armi come successe agli 11 Martiri di Maiano Lavacchio .
L’alto senso di dignità nazionale oltre all’amore per la famiglia a traspare chiaramente anche nelle lettere dei condannati a morte della Resistenza. Voglio citare a proposito un brano della lettera di Antonio Brancati, trucidato a Maiano Lavacchio, che ne è un esempio concreto. Sriveva Brancati: “Carissimi genitori, non so se mi sarà possibile potervi rivedere, per la qual cosa vi scrivo questa lettera. Sono stato condannato a morte per non essermi associato a coloro che vogliono distruggere completamente l’Italia. vi giuro di non aver commesso nessuna colpa se non quella di aver voluto più bene all’Italia, nostra amabile e martoriata Patria”. Antonio proseguiva pregando i genitori di baciare i fratelli e la cara fidanzata, esortandoli per ricordarlo, chiedeva di far del bene ai poveri e ricordarsi sempre dei signori Matteini che lo avevano ospitato e trattato come un figlio.
QUESTO ERA IL COMUNE SENTIRE PREVALENTE NEI GIOVANI DI ALLORA.
Questo fu la Resistenza, è con questo spirito che fu possibile ricostruire un paese largamente distrutto dalla guerra ed elaborare ed approvare UNA COSTITUZIONE TRA LE PIU AVANZATE DEL MONDO una Costituzione che non è riformabile nella parte dei principi e solo aggiornabile nella parte ordinamentale ai soli fini di realizzare meglio i principi.
OGGI, quale giudizio possiamo dare di quel periodo storico e degli avvenimenti successivi?
Nella sostanza credo si possa affermare, che notevoli conquiste si sono realizzate sul terreno economico-sociale e dello sviluppo democratico, ma al tempo stesso occorre riconoscere che il sogno della Resistenza non si è interamente realizzato.
OGGI C’E’ BISOGNO DI UNA NUOVA RIPARTENZA.
NEL CAMPO INTERNAZIONALE la giusta aspirazione ad una pace universale è stata contraddetta da troppi conflitti locali anche di carattere etnico e razziale (prova ne è l’irrisolto conflitto ebraico palestinese) ed oggi un nuovo grande pericolo è rappresentato dal terrorismo dell’ISIS o Califfato ispirato dal fanatismo religioso e raziale. No, l’Italia e la comunità internazionale a 70 anni da una guerra costata 56 milioni di morti, dopo l’olocausto e la Shoah non possono consentire che si scateni e si estenda questa nuova forma di barbarie, per questo deve essere combattuta con vigore.
Altro problema emergente sul piano internazionale è quello determinato dai problemi dell’immigrazione con le centinaia di morti che anche in questi giorni anno funestato i nostri mari. NOI non possiamo accettare, come ha affermato il nostro Presidente della Repubblica che il Mediteraneo diventi un grande cimitero. Ci vogliamo augurare che le misure adottate recentemente al livello europeo servano a salvare tante vite umane ma dobbiamo prendere altresì coscienza del fatto che questo problema è determinato da una distribuzione delle risorse e della ricchezza che ha approfondito le differenze tra paesi ricchi e paesi più poveri e originato quel fenomeno epocale di milioni di disperati che cercano di sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, alle carestie ed alla fame. SAPPIAMO bene che questo fenomeno crea apprensioni e risposte egostiche in una parte delle nostre popolazioni che alcune forze politiche cercano utilizzare ai propri fini di parte , ma noi le dobbiamo combattere e sconfiggere con una grande opera di convincimento perché il problema abbisogna che sia affrontato dalle sue radici e con un impegno globale che gradualmente ci permetta di realizzare la sua regolarizzazione ed il suo superamento, QUESTA E’ la situazione nel campo internazionale.
SUL PIANO INTERNO il diritto al lavoro, al sapere, alla salute, all’assistenza non si sono pienamente affermati ed anzi, specie sul diritto al lavoro si è verificato un arretramento e si sta sviluppando una teoria che sostiene che bisognerà convivere con un tasso di disoccupazione fisiologico molto elevato
La via che vogliamo indicare noi che abbiamo vissuto l’epoca della Resistenza è quella di superare ogni forma di inerzia e passività che possono portare solo ad un peggioramento della situazione, ma di riprendere invece la via della partecipazione e della lotta democratica per portare avanti gli ideali che 70 fa furono alla base della rinascita della nostra PATRIA.
Per questo auspichiamo che il 70° anniversario della Liberazione d’Italia sia un momento di riflessione per riprendere il cammino allora indicato.
IL 25 APRILE PATRIMONIO DI TUTTO IL PAESE”.
Nello Bracalari, presidente provinciale dell’ ANPI di Grosseto
Torna il Festival Resistente, dal 23 al 26 aprile Grosseto si anima per “Le cose giuste”
“Le cose giuste” è il tema della XVII edizione del Festival Resistente, realizzato dall’associazione omonima
con la co-organizzazione del Comune di Grosseto, in programma al Cassero Senese di Grosseto dal 23 al 26
aprile. Giustizia, uguaglianza, diritti, percorsi quotidiani per realizzare un mondo migliore. E’ da qui che il
Festival parte per raccontare le piccole e grandi storie di resistenza quotidiana fatte di “cose giuste”. Le
storie di chi, di fronte al sopravanzare di un omologante pensiero unico, cerca di muoversi verso un
orizzonte di diritti e solidarietà.
Intorno a questo tema si snoderanno una serie di appuntamenti – tutti a ingresso gratuito – tra musica,
teatro, libri, incontri, aperitivi, merende e dj set: per celebrare e festeggiare l’anniversario della Liberazione
con un programma ricco di contenuti e che al tempo stesso immergerà gli spettatori in un clima di festa e di
condivisione.
Il primo appuntamento è per giovedì 23 aprile con una cena che si svolgerà a partire dalle 20 che sarà
l’occasione anche per parlare delle tante “cose giuste” del nostro territorio. La cena è su prenotazione (info
e prenotazioni: 333-4949539).
A seguire (ore 22.00) lo spettacolo “Officine Libertà. L’onda Della Madonnina… quella volta che venne il
mare a Milano!!!”: una narrazione con musica e disegni dal vivo, di e con Gianluca Foglia “Fogliazza”. E’ la
storia di alcuni uomini e donne, lavoratori e cittadini che nasce in un’officina dei tram milanese, i quali
scoprirono di avere l’orgoglio e la forza per riprendersi la libertà, un pezzo alla volta, lottando, fino alla
Liberazione e alla più bella Costituzione del mondo.
Alle 23.00 Lucio Corsi in concerto. Il giovane cantautore maremmano presenta i suoi lavori “Vetulonia
Dakar” e “Altalena boy” che sta portando in giro per l’Italia.
Chiudono la prima serata i P’artigiani del rock.
La giornata del 24 aprile si apre con alcune iniziative promosse dall’ISGREC- Istituto Storico Grossetano
della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Al mattino (ore 10.00) per il progetto “Cantieri della memoria.
Dalle pietre al digitale” – “Adotta un monumento” al Palazzo del Comune di Grosseto, visita guidata, a cura
di Luciana Rocchi, al bassorilievo, opera di Tolomeo Faccendi, che ricorda i deportati politici da Grosseto:
Albo Bellucci, Tullio Mazzoncini e Giuseppe Scopetani. Alle 16.00 si prosegue al Cassero con la festa dei soci
dell’ISGREC e alle 17.30 l’inaugurazione della mostra “Le carte di Siro Rosi sovversivo”.
Alle ore 18.00 la presentazione del progetto finanziato dal Cesvot, “Cantieri della memoria. Dalle pietre al
digitale”, con le associazioni che lo hanno promosso.
Parteciperanno Emilio Bonifazi, Sindaco Comune di Grosseto, Francesca Chiavacci, Presidente Nazionale
Arci, Giovanna Stellini, Assessore Cultura Comune di Grosseto.
Si inaugura alle 19.30 la mostra “… Nel cuore del futuro” di Alessio Duranti: immagini in bianco e nero che
evidenziano il prezioso valore della memoria inducendo a riflettere sull’origine, sul percorso di formazione,
sull’identità democratica della nostra Repubblica e sulle radici della nostra Costituzione, nata dalla
Resistenza.
Gli spettacoli iniziano alle 21.30 con Andrea Lanzini e Carlo Sciannameo e il loro repertorio teatrale.
La musica è protagonista dalle 22.15 con il concerto dei Khorakhanè. Il loro sound deriva da una
frammentazione di stili diversi, ma è soprattutto la grande forza creativa che compatta il gruppo e permette
loro di comporre brani difficilmente collocabili o ascrivibili ad un unico genere.
Alle 23.30 ancora musica di qualità con Il Pan del Diavolo: duo Folk /Rock’n’Roll formato da Pietro
Alessandro Alosi (chitarra, grancassa e voce) e Gianluca Bartolo (chitarra e voce).
Dopo il loro LP d’esordio “Sono all’Osso” e il secondo album “Piombo Polvere e Carbone”, è uscito nel 2014
il loro terzo album “FolkRockaBoom” che dà il nome al tour.
A seguire Dj set con Mirko Gallara.
La mattinata del 25 aprile si apre con il secondo appuntamento legato al progetto “Cantieri della memoria.
Dalle pietre al digitale” – “Adotta un monumento”. Alle ore 10.00 alla Cittadella degli Studi in via de
Barberi, gli studenti di Grosseto, in collaborazione con la Rete degli Studenti Medi e l’ISGREC, partecipano
alla cerimonia di omaggio al Monumento ai deportati con una loro illustrazione del monumento adottato
nell’ambito del progetto CESVOT “Dalle pietre al digitale”.
Alle 10.30 partecipazione al corteo e alle commemorazioni ufficiali nel centro storico di Grosseto e a
seguire (ore 12.30) pranzo Resistente al Cassero (consigliata prenotazione al n. 333-4949539)
Il pomeriggio è dei bambini (ore 15.30) con lo spettacolo di burattini “Lillo Lallo e la Guerra”, una
produzione del Teatro Studio di Grosseto a cura della Compagnia “Saltapalchi” con Esther Cerri e Lucio
Fontani.
Alle 16.30 l’incontro dal titolo “Donne resistenti: dalla lotta al nazifascismo alla difesa di Kobane”.
Nel 70° della Liberazione dal nazifascismo un pomeriggio dedicato alla riflessione sul ruolo fondamentale
delle donne nella Liberazione dei loro paesi: ieri in Italia contro il nazifascismo, oggi a Kobane contro l’Isis.
Partecipano: Erdal Karabey, rappresentante associazione culturale Kurda toscana, Barbara Solari,
ricercatrice ISGREC. L’incontro sarà intervallato da letture e musica a cura della Libreria delle ragazze e
Arcigay Leonardo Da Vinci Grosseto.
Seguirà alle 18.00 “Riconquista il tuo Cassero…” visita guidata al Bastione Fortezza-Cassero senese e Mura
Medicee, in collaborazione con Coopera Società Cooperativa.
Un altro incontro è previsto per le 18.30 con “Le Cose giuste in poco tempo: Roberto Ferretti”.
Musica protagonista dalle ore 21.00 con il concerto delle band finaliste del concorso musicale “Le note
giuste”: Orchestra Matterella, Apeiron Spritz, Frederikk, Monologue, Efuza.
E alle 22.00 live dei Luoghi comuni, band vincitrice dell’edizione 2014 del concorso musicale legato al
festival.
Una grande festa in musica è quella proposta dai Folkabbestia, sul palco dalle 23.00: un viaggio su una
sedia a dondolo tra territori balcanici, paesaggi irlandesi e calore pugliese. Ogni loro concerto è
un’immersione nella tradizione italiana, stropicciata con fantasia, ironia e mutazioni stilistiche che spaziano
dal folk al rock, dalla canzone d’autore a quella popolare, dallo ska al punk.
Si chiude con il dj set di Sandrino The Killer
Una bella pedalata sui luoghi della memoria è quella che apre la giornata di domenica 26 aprile alle ore
08.00 con “Resistere, Pedalare, Resistere”.
In bicicletta lungo i sentieri della Memoria (Montemassi, Ponte del Ricci) con FIAB-Grossetociclabile e la
collaborazione di ISGREC, ANPI e Circolo Arci Associazione Festival Resistente, che insieme promuovono
una giornata dedicata alla memoria di un evento legato alla lotta partigiana, avvenuto il 17 Giugno 1944 nel
comune di Roccastrada in località Ponte del Ricci e culminato con lo scontro a fuoco con una formazione
dell’esercito tedesco che vide la tragica morte di quattro giovani partigiani.
Ritrovo: a Grosseto, Cassero Senese ore 8.00 (a seguire trasferimento in auto a Sticciano Scalo, disponibili
posti bici su un mezzo messo a disposizione dagli sponsor di FIAB-Grossetociclabile), oppure direttamente a
Sticciano Scalo – Stazione FS- alle ore 9.00.
Anche domenica è in programma dalle 12.30 il Pranzo Resistente al Cassero (consigliata prenotazione al n.
333-4949539). Il primo appuntamento del pomeriggio è ancora per i bambini con
“Le Filastrocche in Carrozza” di e con Luana Cabibbo, spettacolo tratto dal libro di Gianni Rodari
“Filastrocche in cielo e in terra”.
Alle ore 16.00 il V° Congresso Provinciale della Rete degli Studenti Medi di Grosseto e alle ore 16.30 la
Merenda Resistente. Si prosegue alle ore 17.30 con la presentazione del libro “Si va pel mondo” a cura del
Comitato provinciale ARCI di Grosseto e della Sezione ANPI “E. Palazzoli” di Grosseto.
Partecipano: Christian Sensi, Presidente Comitato provinciale ARCI di Grosseto, Nello Bracalari, Presidente
Comitato provinciale ANPI di Grosseto, Giuseppe Corlito, Presidente sezione ANPI “E. Palazzoli” di Grosseto,
Simone Duranti, storico, ricercatore della Scuola Sant’Anna di Pisa.
La chiusura della XVII edizione del festival è affidata alla premiazione del concorso letterario “Le Cose
Giuste”.
La XVII edizione del Festival Resistente è realizzata con il contributo della Regione Toscana, in
collaborazione con ISGREC, ANPI Comitato provinciale ‘Norma Parenti’ di Grosseto, ANPI Sezione ‘Elvio
Palazzoli’ di Grosseto, ARCI Comitato provinciale di Grosseto e Rete degli Studenti Medi Grosseto, con il
patrocinio della Provincia di Grosseto e la co-organizzazione del Comune di Grosseto.
Il Festival Resistente si svolge inoltre sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
In caso di pioggia i concerti si svolgeranno al circolo Arci Khorakhané.
Info e programma completo: Associazione Festival Resistente – Grosseto – via Ravel n. 15
tel. 333-4949539 – 0564-417751 e-mail: info@festivalresistente.it – http://www.festivalresistente.it ; facebook:
Festivalresistente Arci –
A Manciano ricco calendario di eventi per ricordare la Resistenza e la Liberazione
Ricco calendario di eventi, dal 25 aprile al 1 maggio, a Manciano per ricordare i 70 anni dalla Liberazione dell’Italia. Il Comune di Manciano, con l’adesione di CGIL e CGIL SPI Manciano; ANPI Sezione di Manciano; Circolo Arci Manciano; ProLocoManciano; Filarmonica Giuseppe Verdi Montemerano; Avis Manciano; Fraternita di Misericordia Manciano, organizza una serie di appuntamenti, rivolti a tutti i cittadini.
Questo il programma nel dettaglio:
SABATO 25 APRILE
ORE 11:00 presso il Cimitero di Manciano
Deposizione dei garofani sulle tombe dei partigiani.
ORE 16:00 Nuovo Cinema Moderno di Manciano – via Marsala, 125 – Il Comune di Manciano incontra i familiari dei partigiani. Consegna degli attestati e del volume, a cura dell’ANPI e dell’Amministrazione comunale: “La Guerra di Liberazione e il territorio di Manciano”.
DOMENICA 26 APRILE
DALLE ORE 14:00 Sede Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – via Don Minzoni – Visita guidata all’esposizione di materiale fotografico e documentario sulla Prima e Seconda Guerra Mondiale.
LUNEDI’ 27 APRILE
DALLE ORE 11:00 Sala del Consiglio del Comune di Manciano – piazza Magenta, 1 – Il sindaco Marco Galli consegna la Costituzione della Repubblica Italiana ai ragazzi delle scuole secondarie superiori di Manciano e a tutti i diciottenni del comune di Manciano.
MARTEDI’ 28 APRILE
DALLE ORE 16:00 Biblioteca Comunale Antonio Morvidi – via XX Settembre, 79 – Panorama bibliografico sulla storia e memorialistica della Resistenza in Maremma. Presentazione del volume, a cura dell’ANPI e dell’Amministrazione Comunale “La Guerra di Liberazione e il territorio di Manciano”. Interventi di Franco Dominici, Lucio Niccolai e Daniele Pratesi. Esposizione di volumi e opuscoli storici.
MERCOLEDI’ 29 APRILE
DALLE ORE 21:00 Nuovo Cinema Moderno di Manciano – via Marsala, 125 – “14 marzo 1944: venne il giorno della morte e della libertà. Parole e musica per i Caduti del Monumento”. Di Stella Morucci con Michele Santinelli e Stefania Buccioni.
GIOVEDI’ 30 APRILE
DALLE ORE 17:00 Piazzetta di Nello – via Torta – Festa del tesseramento dell’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: cantata resistente autogestita con merenda al tascapane.
VENERDI’ 1 MAGGIO
“Un mondo di fratelli di pace e di lavoro 2015”
08:00 Tradizionale colazione del 1° maggio alla Camera del Lavoro – 09:30 Messa in San Leonardo. – 10:15 Raduno in piazza Garibaldi con la Filarmonica “G. Verdi” di Montemerano. Piantumazione di una quercia a ricordo delle lotte per la libertà. Corteo e omaggio ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale. – 12:00 A Le Muretta: saluti degli intervenuti e pranzo del Tascapane. – Alle 16:00 concerto finale: DIXIE, SWING, AMORE & CITROSODINA [Michele Santinelli voce e sax; Simone Salvatore chitarra; Leonardo Ricci sousaphone]