Gli anniversari secchi, come è questo settantesimo ci incitano a porre maggiore attenzione alla memoria della Resistenza, a celebrare la vita e commemorare la morte di questi uomini con maggiore sforzo retorico.
Non gli renderemmo giustizia, però, se continuassimo a celebrarli come icone bidimensionali, una sorta di santini laici da portafoglio. Non solo perché abbiamo la fortuna di avere ancora qui con noi gli uomini e le donne che li hanno conosciuti e che ce ne richiamano alla memoria tutta la loro carnale umanità; non solo perché a distanza, appunto, di 70 anni abbiamo la sufficiente visione laica della storia da toglierli da quel Pantheon civile in cui erano stati necessariamente calcificati quali ossatura morale della nascente Repubblica.
Limitare le celebrazioni di Luigi e Giovanni – e mi permetto di chiamarli per nome come si fa con gli amici più vicini – alla eroica morte in difesa di un ideale è una doppia ingiustizia: nei loro confronti, perché è più profondo e grande il messaggio che no dobbiamo trarre, e nei confronti di tutta la Resistenza. Continua a leggere
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7 Maggio 2014: cerimonia per il 70° anniversario dell’uccisione del Sottotenente Luigi Canzanelli
7 maggio 2014
Signora Prefetta, Signor Comandante ,Autorità militari, civili,religiose cittadini
70 anni or sono, in questa stessa data, a Murci nel comune di Scansano in un combattimento tra una formazione di partigiani ed una formazione di fascisti caddero valorosamente il sottotenente Luigi Canzanelli ed il soldato Giovanni Conti.
Luigi Canzanell era un giovane ufficiale dell’esercito italiano, colto e istruito in virtù della sua infanzia cosmopolita e della sua frequentazione del Politecnico;all’armistizio dell’8 settembre 1943 anzichè consegnarsi ai tedeschi o prendere la via di casa, insieme al collega Antonio Lucchini decise di oltrepassare la linea del fronte e recarsi al sud d’Italia dove si era rifugiato il Re ed il governo italiano per poi da li ripartire per liberare il resto del paese. Transitando sulle colline maremmane nella zona di Manciano, preso contatto con la popolazione locale, si resero conto che anche da li potevano dare un contributo alla Liberazione e furono i primi organizzatori della Resistenza contro i tedeschi che avevano occupato militarmente questi territori e contro i fascisti che collaboravano con gli occupanti.
Indubbiamente alla base di questa loro decisione, oltre ad un sentimento di avversione alla dittatura fascista ed alla guerra, vi fu anche la profonda convinzione che la scelta di ogni buon soldato e di ogni italiano doveva essere quella di rimanere fedeli alle massime istituzioni allora esistenti che erano la monarchia ed il legittimo governo italiano che operavano al di la della linea del fronte
Una prova concreta di questa loro convinzione è rivelata anche da questo episodio: quando dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania (13 ottobre 1943) il CLN nazionale decise anche in base alle indicazioni delle convenzioni internazionali che i partigiani italiani dovessero mostrare il più possibile anche nella foggia di essere dei “soldati patrioti”, Canzanelli e Lucchini chiesero al CLN di Grosseto di attuare tale norma e toccò ad un dirigente del PCI di Grosseto, Aristeo Banchi (Ganna) di recarsi in bicicletta fino a Siena e con serio rischio personale per rifornirsi di nastrini tricolori,stellette e mostrine per dotarne le loro formazioni Continua a leggere
Ciao Gavroche
La morte di Lucio Parigi mi commuove e mi rattrista profondamente ed è un lutto che colpisce tutta l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
È difficile trovare parole di commiato da Lucio; io voglio ricordarlo come GAVROCHE che era il suo nome di battaglia da partigiano, impostogli dal comandante VIRO perchè il più giovane della formazione. Lucio fu molto ardimentoso durante la guerra partigiana, e un insostituibile presidente dell’Associazione “Amici dei Garibaldini”. Ha sempre cercato di trasmettere la sua vocazione alla libertà, nelle tante testimonianze pubbliche ai giovani o alle cerimonie, condensando attorno a sé l’interesse e l’affetto di chi lo ascoltava.
Ciao Lucio, perenne Gavroche.
All’amica Franca e famiglia le sentite condoglianze dell’ANPI
Nello Bracalari (Presidente Provinciale ANPI Grosseto)
LA MAREMMA NON DIMENTICA GLI UNDICI MARTIRI D’ISTIA
“La Maremma non dimentica i suoi undici agnelli: i martiri d’Istia”. Cosi ha detto, pacatamente ma con forza, il vice sindaco di Magliano Eva Bonini, il 22 marzo 2014 a Maiano Lavacchio, in una dolce mattina di primavera, durante la prima manifestazione ufficiale del 70° anniversario della liberazione della provincia di Grosseto dal nazifascismo.
“ La maremma non dimentica chi stava dalla parte giusta e anche quelli che stavano dalla parte sbagliata”, sono sempre concetti espressi dalla Bonini, che ha voluto chiamare prima per nome e poi per esteso gli undici fucilati a Maiano Lavacchio. nelle macchie di Monte Bottigli: Mario Becucci, Antonio Brancati, Rino Ciattini, Alfiero Grazi, Silvano Guidoni, Corrado Matteini, Emanuele Matteini, Alcide Mignarri, Alvaro Minucci, Alfonso Passannanti, Attilio Sforzi.
Un sincero applauso ha sottolineato questo intervento. Altrettante sentite sono state le ovazione di piccoli, grandi ed anziani presenti alla commemorazione, per i lavori recitati dagli alunni delle scuole primarie e secondarie, di Cingiano, Magliano, delle magistrali Rosmini di Grosseto.
Applauditissimo ed originale il girotondo, con i cartelli degli undici martiri, e le interviste al partigiano Colombini di Monticello Amiata. L’ottantanovenne combattente ha risposto lucidamente a tutte le domande dei giovani, confermando alla fine di “non essere pentito di aver preso parte alla resistenza; magari poter ritornare a quel bel periodo di gioventù”.
La cerimonia, iniziata con la S. Messa alla presenza di Don Franco Cencioni, dei dirigenti dell’Anpi di Grosseto, delle autorità, sindacati, forze dell’ordine, patriottiche e combattentistiche, studenti dell’Istituto Agrario Leopolo II°, si e conclusa alle 12, tra le suggestive note del silenzio, con la deposizione di una corona al cippo ai caduti li, nei pressi.
Monica Magagnini