Il mito di Norma; iniziative spontanee e patrocinio ANPI

Il Mito di Norma

 

Accanto ai molti studi storici che vengono completati e pubblicati anche in questi recentissimi giorni, l’occasione del 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione sta attivando un diffuso fermento culturale e sociale attorno agli episodi che segnarono, anche nel nostro territorio, momenti di grande commozione e ai protagonisti della lotta di Liberazione.

L’ANPI esprime sincera soddisfazione per queste iniziative spontanee che strappano le figure dei partigiani e dei martiri della Liberazione ai soli riti celebrativi e li restituisce alla memoria collettiva come uomini e donne vividi, vitali, grandiosi nella loro umanità, rendendo nuova energia alla memoria della Resistenza.

In questo quadro si collocano anche le iniziative che ruotano intorno alla Medaglia d’Oro Norma Parenti, una figura che merita di essere ancora scandagliata attorno a cui si addensa immutato l’affetto e la riconoscenza della comunità massetana in particolare e dell’intera provincia.

Non rappresentazione di una élite motivata politicamente, ma generosa protettrice dei deboli, Norma è la manifestazione dell’umana compassione verso il prossimo, di una spontanea, spericolata difesa dei valori istintivamente sentiti come giusti.

Ci auguriamo che anche attraverso queste opere si consolidi la consapevolezza diffusa del valore della Resistenza come fondante la nostra Repubblica e si rinnovi lo slancio etico e intellettuale allo sviluppo della nostra società.

 

La Presidenza Provinciale ANPI “Norma Parenti” di Grosseto.

 

 

 

Norma, la storia lirica di un’anima libera

norma parenti

Oggi, domenica 23 marzo alle ore 17,30, nella sala San Bernardino a Massa Marittima si terrà la prima nazionale dello spettacolo

 “Norma. La storia lirica di un’anima libera”

prodotto dall’Associazione CUlturale Arts & Crafts.
La prosa mette in  scena gli ultimi mesi della vita della Medaglia d’oro al valor militare Norma Parenti, uccisa all’alba della liberazione di Massa Marittima.
L’ANPI Provinciale di Grosseto, intitolato proprio alla memoria di Norma, ha patrocinato il progetto e ne sostiene la rappresentazione.

LA MAREMMA NON DIMENTICA GLI UNDICI MARTIRI D’ISTIA

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“La Maremma non dimentica i suoi undici agnelli: i martiri d’Istia”. Cosi ha detto, pacatamente ma con forza,  il vice sindaco di Magliano Eva Bonini,  il 22 marzo 2014 a Maiano Lavacchio, in una dolce mattina di primavera, durante la prima manifestazione ufficiale del 70° anniversario della liberazione della provincia di Grosseto dal nazifascismo.

“ La maremma non dimentica chi stava dalla parte giusta e anche quelli che stavano dalla parte sbagliata”, sono sempre concetti espressi dalla Bonini, che ha voluto chiamare  prima per nome e poi per esteso gli undici fucilati a Maiano Lavacchio. nelle macchie di Monte Bottigli:  Mario Becucci, Antonio Brancati, Rino Ciattini, Alfiero Grazi, Silvano Guidoni, Corrado Matteini, Emanuele Matteini, Alcide Mignarri, Alvaro Minucci, Alfonso Passannanti, Attilio Sforzi.

Un sincero applauso ha sottolineato questo intervento. Altrettante sentite  sono state le ovazione di piccoli, grandi ed anziani presenti alla commemorazione, per i lavori recitati dagli alunni delle scuole primarie e secondarie, di Cingiano, Magliano, delle magistrali Rosmini di Grosseto.

Applauditissimo ed originale  il girotondo, con i cartelli degli undici martiri, e le interviste al partigiano  Colombini di Monticello Amiata.  L’ottantanovenne combattente ha risposto lucidamente a tutte le domande dei giovani, confermando alla fine di “non essere pentito di aver preso parte alla resistenza; magari poter ritornare a quel bel periodo di gioventù”.

La cerimonia, iniziata con la S. Messa alla presenza di Don Franco Cencioni, dei dirigenti dell’Anpi di Grosseto, delle autorità, sindacati, forze dell’ordine, patriottiche e combattentistiche, studenti dell’Istituto Agrario Leopolo II°, si e conclusa alle 12, tra le suggestive note del silenzio, con la deposizione di una corona al  cippo ai caduti li, nei pressi.

Monica Magagnini

70° anniversario della strage di Maiano Lavacchio.

Orazione introduttiva del Presidente dell’ANPI Provinciale Nello Bracalari.

Quando, 70 anni or sono, attraverso il passaparola ci giunse notizia dell’uccisione di 11 giovani ad Istia d’Ombrone l’orrore e lo sgomento furono infiniti.

Era senso comune che anche i prigionieri di guerra fossero trattati con dignità e che, anzi, a chi si era difeso decorosamente andava riconosciuto addirittura l’onore delle armi; ci sembrava impossibile  che 11 giovani catturati inermi ed indifesi potessero essere stati trucidati in modo così orribile e per di più da altri italiani al servizio di un governo illegittimo.

Ma allo sdegno immediato seguì una maggiore determinazione per liberare il nostro paese  dalla dittatura fascista e  costruire un’Italia migliore per cui erano caduti questi giovani.

Erano ideali semplici in cui si credeva: si credeva e si sperava di reralizzare un mondo di pace e di amicizia tra i popoli; si credeva e si sperava in un mondo di libertà dove ognuno la pensasse come credeva e potesse manifestarlo liberamente; si credeva e si sperava in un mondo dove il sapere fosse assicurato per tutti dato che alla maggioranza di noi era stato negato; si credeva e si sperava in un mondo di maggiore giustizia sociale in cui a tutti venisse assicurato un  lavoro dignitoso.

Erano ideali semplici che poi sono stati sanciti nella nostra Costituzione e sono gli ideali in cui credere ed operare anche oggi perchè una parte dell’opera non è stata realizzata pienamente.

La condizione perchè quegli ideali siano perseguiti e  realizzati risiede nel fatto che questi diventassero patrimonio ed opera quotidiana di tutte le istituzioni del nostro stato MA SOPRATTUTTO che quegli ideali fossero fatti propri dalle nuove generazioni.

Siamo fiduciosi che ciò avverrà, la larga presenza di giovani a questa cerimonia ci dà questa fiducia.

Per questo che noi come ANPI vogliamo lasciare alle istituzioni ed AI GIOVANI l’onere e l’onore di rendere omaggio a questi nostri caduti

È morto Ivan Tognarini, Presidente dell’ISRT.

Ivano Tognarini al convegno sui minatori e la Resistenza, 2012

Ivano Tognarini al convegno sui minatori e la Resistenza, Gavorrano 2012

Si è spento ieri Ivan Tognarini, docente di Storia Moderna all’Università di Siena e Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Toscano.
Era nato a Campiglia Marittima il 2 giugno 1944, figlio del comandante partigiano Federigo che contribuì alla Resistenza in Val di Cornia e alla battaglia di Piombino. È grazie anche al lavoro di ricostruzione storica del Professor Tognarini che Piombino ebbe finalmente il riconoscimento della Medaglia d’Oro al valore militare nel 2000.

La Regione Toscana dedicherà a lui le celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione, ha annunciato con cordoglio il Presidente Rossi.

Con Ivan non perdiamo solo uno storico rigoroso e di grande spessore; perdiamo soprattutto un valoroso antifascista, da sempre impegnato nello studio e nella divulgazione della storia della Resistenza e delle stragi nazifasciste. Viene a mancarci una persona onesta e disponibile che ha collaborato spesso e anche di recente, nonostante la malattia, con l’ANPI di Grosseto.

Nel ricordo affettuoso di una bella persona ci uniamo al dolore di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, e mandiamo una affettuoso abbraccio a Gabriella e Niccolò.