relazione del Presidente Flavio Agresti sulla campagna referendaria

RELAZIONE DI FLAVIO AGRESTI AL COMITATO PROVINCIALE ANPI DEL 24 OTTOBRE SULLA CAMPAGNA REFERENDARIA.

Quella che stiamo combattendo è una battaglia difficile. Abbiamo molte forze potenti contro, in larga maggioranza appartenenti al mondo del potere e della grande finanza interna e internazionale, come a quello dell’impresa. Basti pensare alle varie società private di rating, alle grandi banche, cominciando dalla J.P. Morgan, che con il suo famigerato documento ha per prima indicato ai governi europei la linea da seguire (senza che nessun Capo di Stato si alzasse per dirle di stare al suo posto), alla Confindustria e a vari personaggi notoriamente nemici dei diritti e favorevoli ad una “democrazia autoritaria”, quali Marchionne e compagni, per avere la conferma che ci troviamo di fronte ad una operazione politica che mira a rendere i sistemi politici, quantomeno europei, compatibili con una globalizzazione gestita dalla logica del denaro e da quei poteri che sono responsabili della crisi economico-sociale in atto, pagata soprattutto dai lavoratori e dai ceti più deboli e indifesi.

Adesso anche il presidente americano, non per caso, si è messo a farci la paternale nientemeno che su come scrivere la nostra Costituzione, offendo ai promotori del SI la materia per un penoso e reiterato spot pubblicitario; confidiamo che il senso di dignità nazionale dei nostri concittadini esprima una giusta reazione contro questa pesante ingerenza di un Leader che, per quanto alleato, è sempre Capo di uno Stato straniero, e contro l’intollerabile subalternità manifestata, anche nell’occasione, dai governanti italiani.

Il mancato raggiungimento del numero richiesto delle firme per l’indizione del referendum complica ulteriormente le cose, perché ci priva dei contributi economici dello Stato e degli spazi in televisione.

Tuttavia, niente pessimismo. Bisogna mettercela tutta per superare la prova: per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza e perché la vittoria del SI consoliderebbe una politica che non condividiamo.

Le cose che abbiamo realizzato fino ad ora sono importanti, grazie all’impegno generoso di tanti militanti. Ma dobbiamo fare molto di più, concentrandoci particolarmente sui temi seguenti, da ora al 4 dicembre.

Bisogna prendere sul serio la sottoscrizione lanciata dalla direzione nazionale dell’Anpi. Oltre alla normale raccolta dei contributi ai banchetti si dovranno individuare amici e compagni che possono versare 500-1000 euro; il ricavato sarà diviso tra l’organizzazione nazionale e i comitati provinciali.

Bisogna assicurarci una presenza adeguata sulla Rete. Non abbiamo stampa favorevole alle ragioni che sosteniamo, ad eccezione de Il Manifesto e de Il Fatto Quotidiano. D’altronde questo è uno strumento efficace che, se non va utilizzato in alternativa ad altri più tradizionali, ci consente di raggiungere molte più persone di quante si ritrovano normalmente in conferenze e dibattiti.

Bisogna privilegiare il contatto diretto con gli elettori, con il classico porta a porta e altre iniziative utili allo scopo. Le manifestazioni vanno bene, ma non bastano: ad esse partecipa chi è già convinto. Ciò che conta è parlare personalmente ai tantissimi indecisi, che faranno la differenza, organizzando momenti e sedi di sensibilizzazione con dirigenti e militanti locali.

Bisogna allestire banchetti di propaganda nei luoghi più frequentati, per la diffusione di materiali e per dialogare con i cittadini ignari. Se necessario, prepariamo gruppi di compagni da impegnare in questo lavoro.

Anche in questa maniera si contrasta il lavorìo di chi rema contro di noi, magari cercando vecchi partigiani che dichiarano il loro voto per il SI o ricorrendo alla stampa per metterci i bastoni tra le ruote, talvolta approfittandosi della buona fede di quei compagni che non condividono la scelta di campo fatta dall’Anpi.

Ma c’è anche chi volentieri si lascia strumentalizzare, mettendo in luce un pericolo reale per la nostra autonomia dal quadro politico e dai partiti, che è la condizione stessa dell’esistenza di una Associazione pluralista. Non è la prima volta che l’Anpi si schiera in una battaglia politica, coerentemente con il proprio Statuto, senza che nessuno avesse mai avuto da ridire. Il fatto che soltanto adesso questo diventa un problema dimostra quanto forte sia il richiamo di altre appartenenze su alcuni iscritti provenienti dalla medesima area politica, quella che si è fatta promotrice della riforma costituzionale. Il dissenso è un diritto riconosciuto al nostro interno, ma questo dovrà essere manifestato rispettando chi si batte coerentemente con i deliberati democraticamente presi dall’Associazione e l’Associazione stessa. Chi vuole votare SI, lo faccia, ma senza mettere in alcun modo l’Anpi di mezzo. Non sarà considerato un traditore e non scatterà alcun ostracismo nei suoi confronti, continuando ad essere il compagno di sempre se non avrà partecipato consapevolmente ad iniziative che abbiano recato danno all’Associazione dei partigiani.

Di questo lavorìo, se volete in maniera ancora più insidiosa, fa parte la “finanziaria delle promesse” approvata nei giorni scorsi dall’esecutivo. Dice chiaramente, con un occhio rivolto specie agli anziani: se volete questi bonus e queste agevolazioni, votate SI; vincesse il NO, sarebbe l’instabilità, il caos: allora addio tanta generosità! Sia chiaro: noi vogliamo che nelle tasche dei meno tutelati vadano più soldi, però come risultato di una maggiore equità sociale, non come mance elettorali che, con il giochetto della flessibilità, aumentano il già esorbitante debito pubblico, il cui costo grava sulle spalle di tutti gli italiani.

Anche per questo le nostre iniziative vanno organizzate bene, per farle riuscire nel migliore dei modi.

Ai confronti tra il SI e il NO, se convocati da soggetti terzi, partecipiamo volentieri, ma per quanto direttamente ci riguarda è preferibile spendere energie per diffondere le nostre ragioni. Anche se gli avversari non hanno argomenti, non vedo perché dovremmo essere noi ad offrire loro platee di elettori.

Dobbiamo evidenziare le balle degli altri: a chi parla di semplificazione bisogna leggere l’articolo 70 della riforma Renzi-Boschi; a chi propaganda la riduzione dei costi della politica, domandiamo perché non è stato ridotto il numero anche del deputati, e poi per quale motivo si tagliano sempre le risorse destinate agli Organi eletti dai cittadini, e mai all’ esecutivo, specificando che le spese di quest’ ultimo vengono talora perfino aumentate, come ci è stato detto ad una nostra recente conferenza a proposito dell’acquisto da parte di Palazzo Chigi di un nuovo aereo per gli spostamenti del Presidente del Consiglio: un inutile “Air Force One” talmente sofisticato che i piloti dell’Alitalia non sono in grado di far volare, per cui si è dovuti ricorrere a un equipaggio straniero, e così costoso da rimangiarsi da solo gran parte dei risparmi che si dice di realizzare con la non elettività del Senato? O che il Segretariato generale del governo costa più del Senato, e continuerà a farlo non essendo minimamente toccato dai tagli. Per poi aggiungere che la democrazia partecipata ha i suoi tempi e i suoi costi: se si riducono oltre un certo limite, sono i diritti, è la libertà stessa, che ne vengono colpiti.

Se la politica e il denaro hanno tempi differenti, è il secondo che dovrà essere messo in riga con la regolamentazione della finanza per finalizzarla al bene comune, se il valore della sovranità popolare ha ancora un senso. A chi crede all’efficacia del nuovo Senato, diciamo che non è possibile fare bene il sindaco, specie delle maggiori città, o il consigliere regionale e il senatore. E che una assemblea che si riunirà una volta al mese, come dice il premier rispondendo a questa osservazione, serve solo a gettare fumo negli occhi dei creduloni in buona fede. Meraviglia che a questo contentino credano, o fingano di credere, tanti amministratori di Enti Locali a cui la nuova Costituzione sottrae molti importanti poteri e funzioni.

E insieme dobbiamo insistere sul fatto che non vogliamo mandare via il governo, ma impedire lo stravolgimento della Carta costituzionale. Se Renzi resterà o no, in caso di sconfitta, lo deciderà il Parlamento. Insomma, non dobbiamo caricare il referendum di altri significati. Mentre occorre smentire la novella per cui prima di questo governo il Paese è stato fermo sul piano istituzionale: la Costituzione è stata infatti modificata 16 volte dalla sua entrata in vigore, con il proposito di adeguarla alle mutate condizioni. Il più delle volte l’effetto è stato positivo, altre (penso al vincolo del pareggio in bilancio) non lo è stato affatto.

Prossimamente l’Anpi organizzerà manifestazioni regionali in dieci città. Vanno preparate bene, garantendo ad esse una partecipazione di massa, anche perché chi viene porta a casa qualcosa di più che può trasmettere ad altri. Si informa per informare meglio. Inoltre, il 25 novembre si svolgerà una grande manifestazione nazionale della nostra Associazione, per il NO e per evidenziare l’orgoglio dell’Anpi, dopo tanti attacchi. Per entrambi questi appuntamenti ci dobbiamo sentire tutti impegnati fin da adesso.

Per quanto direttamente ci riguarda continueremo ad animare la vita dei comitati, anche perché in provincia non si sono riprodotte le frizioni esistenti a livello nazionale. Ma credo che la presenza dell’Anpi nella lotta in corso non debba limitarsi alla partecipazione a queste aggregazioni di cittadini e forze di varia provenienza. Se qualcuno pensa e opera per promuovere in quella sede la propria visibilità e la propria impostazione politica noi non ci stiamo. Lo dico anche perché proprio sotto questo aspetto giudico problematica l’adesione della nostra Associazione al comitato costituitosi tempo fa a Santa Fiora. Mentre credo che non vi siano problemi per una esperienza comune con analogo comitato nato per iniziativa di alcuni consiglieri dell’intecomunale amiatina e con un altro organismo del genere formatosi recentemente in quel di Massa Marittima con molte adesioni. A giorni vi sarà a Arcidosso un incontro tra i due comitati della Montagna per cercare una sintesi.

Il punto è tutelare la nostra autonomia, evitando sia il rischio di rinchiuderci nel recinto della sinsitra-sinistra sia quello dell’isolamento. Questo obiettivo si raggiunge anche dimostrando la massima apertura verso quelle associazioni che condividono la nostra linea.

I nostri alleati naturali sono la CGIL e l’ARCI; non aderiscono ai Comitati, però fanno delle cose. Localmente il sindacato sta conducendo una interessante iniziativa verso i propri iscritti e nella struttura interna, che ha come punto di riferimento soprattutto i vari luoghi di lavoro, per portare il numero più alto di aderenti a votare NO, coerentemente con la propria posizione. La CGIL non parteciperà ad iniziative pubbliche con altre associazioni, come avevamo auspicato, ma non possiamo non esprimere il nostro apprezzamento per questo suo impegno. Con l’ARCI stiamo verificando la possibilità di svolgere insieme tanti incontri con gli associati nei vari circoli che questa gestisce in città e nei vari centri della Provincia, nei quali potremo illustrare le comuni valutazioni politiche e confrontaci su questa base con i cittadini. Anche con la Croce Rossa, che ha espresso il suo orientamento per il NO, sarebbe utile un abboccamento a breve per capire gli intendimenti delle strutture locali di questa rilevante branca del volontariato ed eventualmente coordinare le sue con le nostre azioni.

Mentre non sarebbe giusto promuovere il NO nelle celebrazioni dei fatti resistenziali, la cui memoria appartiene a tutto il Paese, o nelle iniziative promosse nella scuola in base alla convenzione con il MIUR; come già detto, si dovrà invece stuzzicare l’inventiva per agire soprattutto verso i disinformati e gli indecisi andandoli a cercare. Continuiamo pure ad organizzare dibattiti, stando però attenti a non parlarci troppo addosso, ma diamo la precedenza ad altre esperienze alle quali in parte ho già accennato.

Va bene l’organizzazione di biciclettate nei centri urbani maggiori e di carovane di auto nel territorio, non per transitare dai luoghi, ma per fermarvisi a dialogare con la gente. Proponendo questo impegno penso particolarmente ad alcune aree della provincia non coperte a sufficienza dalla nostra organizzazione: le indicherò più avanti.

Va bene anche far lavorare al massimo face book e il telefono per raggiungere i giovani e le varie categorie, insisto, non trascurando gli anziani che sono i più esposti alle pressioni psicologiche praticate dai sostenitori del SI. Ma essi capiscono anche meglio di altri il pericolo costituito dall’uomo solo al comando e sanno, per esperienza, che gli interessi di Confindustria non hanno mai collimato con quelli dei lavoratori.

Infine dobbiamo fare il possibile per partecipare alla “staffetta” che i prossimi 4 – 5 novembre andrà avanti per 24 ore in streeming su face book con il contributo di personaggi noti, i quali parleranno in quella sede degli argomenti del NO. Dal nazionale chiedono il contributo anche dei comitati provinciali per far sì che all’iniziativa sia presente anche il territorio individuando militanti e persone convinti delle nostre ragioni e che possano informare delle esperienze che qua e là si fanno. Su questo si dovranno impegnare i compagni che si occupano della comunicazione.

Nel contesto provinciale la zona maggiormente mobilitata si sta dimostrando quella delle Colline Metallifere, e in essa sono particolarmente attive le strutture operanti nei Comuni di Gavorrano e Scarlino, nelle quali è stato a suo tempo raccolto un numero significativo di firme. Il 29 ottobre Giovanni Maria Flick sarà a Bagno per una conferenza pubblica. Anche a Follonica si sta svolgendo un lavoro interessante da parte del locale comitato del NO, mentre la sezione Anpi è stata fino a questo momento alquanto defilata; i nostri compagni più sensibili stanno animando le iniziative in corso, che contemplano volantinaggi e la organizzazione di incontri pubblici. In tutta l’area è funzionante da tempo un coordinamento dei comitati, promosso dall’Anpi, che sta portando avanti una attività positiva. Nel territorio più interno di Monterotondo a Montieri non vedo problemi alla piena espressione della nostra capacità di iniziativa. La situazione più critica rimane a Massa Marittima, dove nella nostra sezione persiste una forte sottovalutazione della dimensione politica dell’impegno dell’Anpi insieme alla presenza di un numero significativo di iscritti che sono orientati per il SI. Mentre i compagni che voteranno per il NO sono in larga parte disimpegnati. Comunque vi si è svolta una conferenza con Cesare Salvi e un confronto tra le due posizioni in campo nel referendum è programmato nei prossimi giorni. Se con la sezione si impone un chiarimento, che obiettivamente richiederà del tempo, nell’immediato si dovrà agire organizzando gli iscritti disponibili a lavorare nella campagna referendaria e costruendo un rapporto fattivo con il comitato per il NO recentemente costituito nell’area da alcuni cittadini, oltre a promuovere un coinvolgimento più diretto del coordinamento dei comitati della zona. Il prossimo 31 ottobre si svolgerà a Massa Marittima una assemblea degli iscritti; vedremo se sarà possibile fare qualche passo avanti.

Nell’area grossetana il lavoro, al momento, si è concentrato sulla città. Vi si sono svolte iniziative interessanti, organizzate sia dall’Anpi sia dal comitato per il NO. Siamo stati presenti, con un nostro gazebo, alla festa provinciale de L’Unità per l’intera durata della manifestazione e in quel contesto abbiamo promosso un confronto, alquanto partecipato, tra un esponente nazionale del Pd che sosteneva le ragioni del SI e il coordinatore regionale dell’Anpi, nel quale chiaramente abbiamo avuto la meglio. L’avvocato Besostri vi ha tenuto una conferenza, dopo aver parlato a Follonica, esponendo magistralmente le nostre posizioni all’uditorio; altrettanto è stato fatto con Domenico Gallo, registrando una massiccia partecipazione di pubblico. Il prossimo 11 novembre, presso il polo Universitario, organizzato da una associazione denominata “libero pensiero” si svolgerà un confronto tra due cattedratici, per il quale si prevede analogo successo. In queste occasioni si è notata la presenza di cittadini estranei al nostro tradizionale “giro”, a dimostrazione del fatto che sta montando un clima favorevole a noi. Sono altresì programmate conferenze con Armando Spataro e Ignazio Marino e un nuovo confronto tra il SI e il NO il prossimo 6 novembre alla sala Pegaso.

Qui il problema è quello di estendere l’attività al circondario del capoluogo e di promuovere il contatto diretto con gli elettori con un lavoro capillare. Penso alle frazioni di Grosseto, ma anche al Comune di Castiglione della Pescaia, dove è tuttora vistosa la nostra assenza. A Roccastrada è preparazione una prima iniziativa pubblica per il prossimo 28 ottobre con l’avvocato Emilio Ricci del nazionale Anpi; confidiamo nel fatto che quella sarà l’occasione anche per incrementare il gruppo dei compagni che si sono fatti carico della campagna referendaria.

Dalla Costa d’Argento, nella quale non esistono al momento strutture dell’Anpi, non abbiamo notizie di “lavori in corso”. Le firme raccolte per richiedere il referendum sono state pochissime e messe insieme all’ultimo momento mandando i volenterosi negli uffici comunali. Un confronto SI-NO, promosso dalla parrocchia di Porto Santo Stefano non si è potuto svolgere per la defezione dell’oratore favorevole alla riforma della costituzione. Questa resta la situazione più problematica di tutta la provincia. Per recuperare il ritardo non possiamo che confidare nell’impegno, già richiesto, delle forze politiche e della associazioni che si sono schierate per il NO. Sinistra italiana sta cominciando a lavorare.

Sul Monte Amiata le difficoltà derivano dalla decisione della Sezione di zona di lasciare libertà di scelta agli iscritti e conseguentemente di non impegnarsi nella campagna referendaria, assunta nel congresso locale. Tuttavia questa struttura non ostacola quei militanti che invece questa campagna intendono farla, come avvenuto per la raccolta delle firme e per la convocazione di una riunione nei giorni scorsi. A Roccalbegna l’altra sera è stato chiarito un equivoco che aveva impedito a quella sezione di assumersi un impegno coerente con le posizioni assunte dall’Anpi. Ma il compagno Leporini ha rimesso il mandato: in attesa del nuovo presidente faremo riferimento al compagno Paolo Naldi, il quale fungerà da tramite con gli iscritti. Nella località è in preparazione una iniziative pubblica per il prossimo 12 novembre e si provvederà al contatto diretto con gli elettori. Lo scorso 6 agosto, presso il festival del Forum Cittadini del Mondo, si è svolta al Marroneto di Santa Fiora una tavola rotonda sul referendum, alla quale ho partecipato per l’Anpi. Recentemente due persone disponibili ad impegnarsi, tramite Sinistra Italiana hanno chiesto di parlare con me. Le ho incontrate sabato scorso iniziando un proficuo rapporto. Per cui se sulla montagna siamo ancora indietro, si può anche dire che la situazione è in movimento. Un coordinamento d’area, come nelle Colline Metallifere, non guasterebbe.

Insomma, il quadro provinciale non è omogeneo. In generale penso che si sarebbe dovuto e potuto fare di più, stante la posta in gioco. Quello cui stiamo andando è un referendum non da poco: non credo di esagerare se dico che per importanza e incidenza sul nostro futuro si può accostare a quello del ’46 del Novecento su Repubblica o Monarchia. Ma esistono delle possibilità di recupero, cui abbiamo finalizzato un ciclo di riunioni, in corso, nelle sezioni della provincia.

Il giorno 13 ottobre si è riunita quella di Roccalbegna e il 14 ci siamo ritrovati con gli iscritti di Roccastrada, mentre il 19 e il 21 è stata la volta rispettivamente di Gavorrano-Scarlino e di Monterotondo-Monieri; sabato 22 mi sono visto con il gruppo dei militanti amiatini che sono impegnati nell’attività elettorale. Il 25 si svolgerà la riunione a Manciano, il 26 a Follonica, il 31 a Massa Marittima. Quella di Pitigliano è prevista per il 6 di novembre. Resta da fissare quella a Scansano, località nella quale vorremmo far lavorare particolarmente il compagno Aldo Carra, autorevole e lucido editorialista de Il Manifesto. Anche per Grosseto dobbiamo individuare una data con i compagni del luogo per fare il punto della situazione e agire di conseguenza.

Nei prossimi giorni solleciteremo anche le forze politiche che, interpellate, si sono dichiarate disponibili ad un incontro con noi e con il comitato del NO per coordinare il lavoro referendario, ma che al momento non hanno ancora comunicato le date.

Per concludere non si può non far cenno alle manifestazioni di chiusura della campagna referendaria. Sarebbe bello se come Anpi, o insieme ai comitati per il NO, chiamassimo l’ultima sera utile tutti i cittadini che avversano al modifica della Costituzione in senso antidemocratico, nelle piazze almeno dei maggiori centri urbani del grossetano, non per il tradizionale comizio ma a far festa, propiziando allegramente il nostro successo.

Siamo l’ANPI…………………

Hanno aderito e interverranno, tra gli altri: Ugo De Siervo, Alessandro Pace, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Ottavia Piccolo, Moni Ovadia, Stefano Rodotà, Guido Calvi, Tomaso Montanari

Sono previsti collegamenti dalle sedi ANPI di tutta Italia.

Faremo anche musica dal vivo.

Lavoreremo con l’entusiasmo e il cuore democratico di sempre.

Siamo l’ANPI

ANPInews n.220 – 25 ottobre/2 novembre 2016

Su questo numero di ANPInews (in allegato):

APPUNTAMENTI

►Dal 25 al 30 ottobre il Presidente nazionale ANPI in 5 iniziative sul NO alla Riforma costituzionale

ARGOMENTI

Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:

► L’ ”incoronazione” da parte di Obama

► Tutto fermo in Parlamento

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