Il 27 gennaio 2022 si è tenuta davanti al Municipio di Grosseto la commemorazione istituzionale della Giornata della Memoria, organizzata dall’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea (Isgrec) e dal Comitato Provinciale ANPI “Norma Parenti” di Grosseto. Si è tenuta una cerimonia di lucidatura simbolica delle Pietre d’inciampo in ricordo dei tre deportati politici della provincia di Grosseto (Albo Bellucci, Italo Ragni, Giuseppe Scopetani). Hanno partecipato Fabrizio Rossi (Vicesindaco di Grosseto), Paola Berardino (Prefetto di Grosseto), Francesco Limatola (Presidente della Provincia), Luciano G. Calì (Presidente del Comitato Provinciale “N. Parenti” dell’ANPI di Grosseto), Gisella Ginanneschi (Vicepresidente Sezione ANPI di Grosseto “Elvio Palazzoli”), Daniela Castiglione (Presidente Sezione ANPI di Grosseto “Carla Nespolo”), Lio Scheggi, Presidente dell’Isgrec.
Mese: gennaio 2022
Giorno della Memoria 2022 – Provincia di Grosseto, cerimonia ufficiale
Quando la cronaca riapre le vecchie ferite, ogni altro discorso ufficiale appare superato. Per questa ragione, affidando alle due Sezioni ANPI della Città di Grosseto, la “Carla Nespolo” e la “Elvio Palazzoli”, l’importante compito di consegnare pubblicamente alla cittadinanza il messaggio istituzionale, la Presidenza del Comitato Provinciale “Norma Parenti” ha scelto simbolicamente di far propria e condividere la nota dell’ANPI toscana per i gravi fatti accaduti pochi giorni fa alle porte della nostra provincia. Tutto, ancora una volta, ha avuto inizio con poche parole, con una frase rivolta ad un bambino di dodici anni. “Ebreo, devi morire nel forno“. Parole di una violenza assoluta a cui sono seguite botte, sputi e altri insulti ancora. Ecco quindi che l’importanza, il senso stesso della memoria, possiamo trovarlo a sessanta chilometri da qui. Nella vita esiste il libero arbitrio. Si può scegliere se stare dalla parte della ragione o del torto, se fare la scelta giusta oppure quella sbagliata. Anche a 14 anni, età in cui la voglia di farsi notare e di gridare al mondo che si esiste può indurre i più deboli a nascondere le proprie fisiologiche insicurezze dietro ad una maschera bestiale. Ma questo senza sapere niente del fascismo e del nazismo. Ispirarsi a quei simboli del male perché, in una condizione di profonda ignoranza, è la strada per travestirsi da “cattivi”, per avere la libertà di sopraffare e umiliare il prossimo, per far credere agli altri di essere superiori alle leggi morali e civili, senza temere punizioni e conseguenze perché uniti in gruppo, branco. Incontrando un ebreo vero, in carne e ossa, non si è voluto sprecare questa occasione. Senza sapere niente neanche dell’ebraismo, perché “ebreo” è soltanto il sinonimo per eccellenza di “diverso”. L’adolescenza è un periodo difficile, ma a tutto c’è un limite. Se la dinamica dell’aggressione antisemita denunciata a Campiglia Marittima fosse confermata, è certamente necessario che gli autori siano puniti adeguatamente, mettendoli di fronte alle loro responsabilità. Non per crudeltà o per vendetta, ma per far loro comprendere che la vita non è questa, che su questo pianeta non esiste qualcuno che non sia un “diverso” per qualcun altro, e che il gesto di cui si sono macchiati è quanto di più ignobile possa essere concepito, perché la violenza inizia sempre con una discriminazione: noi siamo forti e tu sei debole, noi siamo normali e tu sei contronatura, gay, lesbica, disabile, io sono uomo e tu sei donna, noi siamo ricchi e tu sei povero, noi siamo intelligenti e tu sei scemo, noi siamo civili e tu sei un selvaggio, noi siamo veri credenti e tu sei un pagano, noi siamo belli e tu sei brutto. Oggi è il giorno della memoria. Ogni anno c’è sempre qualcuno che dice che questa ricorrenza è ormai inutile, priva di un significato reale e tangibile per noi tutti e per i nostri giovani. Niente di più sbagliato: il 27 gennaio è un fondamento della nostra civiltà e la sua commemorazione è quantomai necessaria per continuare a smascherare e a mettere con le spalle al muro gli autori di gesti ignobili, come quello avvenuto nella nostra comunità. Un consiglio per i giovani: studiate, e capirete che nella vita non conviene essere i “cattivi” di turno, perché la storia ci insegna che, oltre ad aprire ferite e barbarie inenarrabili, prima o poi, la cattiveria si ritorce sempre contro chi la mette in pratica.
Luciano G. Calì, Presidente Comitato Provinciale ANPI “Norma Parenti”




“Sciogliere le organizzazioni neofasciste”, consegnato in Prefettura l’appello firmato da 29 sigle della società civile
“Prima che sia troppo tardi”, inizia così e non lascia dubbi sul grido di allarme, il nuovo accorato appello al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ed alle istituzioni della Repubblica che arriva dal tavolo “Uniamoci per salvare l’Italia“.
Una chiamata alla responsabilità di tutte e ventinove tra le associazioni, sindacati, partiti che l’hanno sottoscritta, affinché la voce preoccupata della società civile giunga corale a chi può decidere.
Ricevuti presso l’Ufficio Territoriale del Governo i rappresentanti provinciali del Comitato Provinciale
“Norma Parenti” dell’ANPI, della CGIL, della CISL, dell’ARCI, di Libertà e Giustizia, del Partito Democratico, del Partito della Rifondazione Comunista e di Sinistra Italiana, hanno affidato all’attenzione del Prefetto copia del documento che richiama l’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla necessità, indifferibile ed urgente, di procedere ai sensi di legge allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste.
La delegazione, numericamente contenuta a causa della recrudescenza pandemica ma rappresentativa per delega o presenza di tutte le realtà firmatarie dell’appello, è stata accolta dal dott. Michele Bray, Capo di Gabinetto della Prefettura di Grosseto.
Emblematica la scelta della giornata che è caduta ad un mese dalla presentazione nazionale del medesimo appello al Governo italiano e che ha segnato, al contempo, l’inizio dell’iter che porterà all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica attraverso la lettera odierna del presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, che ha convocato il Parlamento in seduta comune per il prossimo 24 gennaio: «In questi giorni che inevitabilmente indirizzeranno l’opinione pubblica e la politica sulla scelta del nuovo Capo dello Stato – evidenziano dal tavolo Uniamoci per salvare l’Italia – chiediamo un atto di consapevolezza e concretezza per contrastare fermamente la deriva a cui stiamo assistendo. Cosa c’è in gioco è sotto gli occhi di tutti e una presa di posizione netta contro derive di chiaro stampo fascista, nazista, antisemita, nazionalista e xenofobo rappresenterebbe un segnale di credibilità, coerenza e serietà».
L’incontro, svolto in un clima di cordialità e propensione al dialogo testimoniato attivamente anche dalla Prefettura di Grosseto, ha dato prosecuzione al lavoro avviato in Provincia relativo alla “Grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità“, a cui la scorsa estate venne dato ampio risalto pubblico grazie alla partecipazione alla conferenza stampa, presso la Sala consiliare del Comune di Grosseto, del senatore Gianfranco Pagliarulo, Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
L’appello consegnato in Prefettura, sottoscritto da associazioni, movimenti, partiti e sindacati riuniti dai comuni valori della Resistenza e dell’antifascismo, delinea i contorni giuridici da applicare: «Come ricordato da illustri costituzionalisti – spiegano infatti i componenti della delegazione – la legge Scelba è chiamata ad attuare la XII disposizione finale della Costituzione e stabilisce espressamente il divieto di ricostituzione del partito fascista sotto qualunque forma. Il legislatore ha specificato chiaramente che non si tratta di una questione nominalistica. Chiamarsi partito fascista o dichiararsene eredi è condizione per lo scioglimento di formazioni politiche che esprimono l’ideologia e la politica del partito fascista. Il secondo comma della legge prevede inoltre per “i casi straordinari di necessità e di urgenza” lo scioglimento per decreto governativo».
In ordine alfabetico tutte le sigle che hanno firmato l’appello del tavolo “Uniamoci per salvare l’Italia”:
ANPI • ACLI • ANED • ANPPIA • ARCI • Articolo 1 • Articolo 21 • Ars • CGIL • CISL • Comitati Dossetti • CDC • CUS • Europa Verde • FIAP • FIVL • Fondazione CVL • Istituto Alcide Cervi • Legambiente • Libera • Libertà e Giustizia • M5S • PD• PRC • Rete della Conoscenza • 6000sardine • Sinistra Italiana • UIL • UDU
