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Incontro con Marcello Masini, partigiano “Catullo” nella XXI Brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini”
http://www.einaudi.it/libri/libro/aa-vv-/io-sono-l-ultimo/978880621137
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Brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini”
La Brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini” nacque nel novembre 1943 su iniziativa di alcuni antifascisti di vecchia data. Comandante fu Fortunato Avanzati, detto “Viro”, proveniente dal Monte Amiata. La Brigata istallò il comando e alcuni distaccamenti sul Monte Quoio, un massiccio boscoso che si eleva nel comune di Monticiano, ma estese gradualmente la sua influenza nei comuni di Colle Val d’Elsa, Murlo e in tutto il massiccio dell’Amiata. La prima azione che vide coinvolti uomini della “Lavagnini”, ebbe luogo nei pressi della località Rigosecco, in comune di Montalcino, il 15 gennaio 1944. Una squadra di partigiani, venne sorpresa da un distaccamento della Milizia di Siena, che agiva su delazione, e durante uno scontro a fuoco venne dispersa, subendo alcune perdite.
Nonostante questo fatto, la Brigata andava via via ingrossando le file, grazie anche ai numerosi renitenti alla leva ai bandi dell’Esercito Repubblicano, e ai contatti con diversi Comitati di Liberazione, non solo senesi.Il marzo del 1944, purtroppo, vide due gravi episodi che riguardano la Brigata. Il giorno 11,presso Scalvaia, località del Monte Quoio, reparti della GNR di Siena e Grosseto, circondarono e catturarono alcuni giovani che da poco avevano raggiunto la macchia. Un francese, Robert Handen, venne ferito gravemente in combattimento, decedendo poco dopo assieme ad un altro giovane, e altri 10 furono fucilati poco lontano da Scalvaia stessa. Quattro altri, portati a Siena come disertori e renitenti, dopo un processo del Tribunale Militare di Firenze, furono fucilati nel cortile della caserma “Lamarmora” in Siena città. Il 23 marzo 1944, un distaccamento della Brigata, che si era insediato sul Monte Maggio, a cavallo dei comuni di Monteriggioni e Colle Val d’Elsa, venne circondato da numerosi soldati della Repubblica di Salò in un casolare in mezzo al bosco che li ospitava per la notte. In precedenza, alcuni membri di questo distaccamento, avevano catturato un ufficiale della Milizia Forestale e un tedesco addetto alle requisizioni, in una vicina fattoria. Dopo un feroce combattimento, asserragliati nella casa fatta segno a colpi di armi da fuoco, finite le munizioni i giovani si arresero. Portati in un luogo poco distante, 19 di essi venivano falciati da raffiche di mitragliatrice, mentre uno solo riusciva, fortunosamente, a fuggire seppure ferito gravemente. Ma, con l’avvicinarsi della primavera, i distaccamenti della “Lavagnini” avevano ormai il controllo del territorio. Il 15 e il 16 maggio, e il 14-15 giugno 1944, la Brigata riceveva lanci di armi e materiale dagli Alleati. Il 20 maggio 1944, un distaccamento guidato da Pasquale Plantera, detto “Serpente”, liberava, con il concorso di numerosi civili, due partigiani in precedenza catturati dalla GNR di Murlo e rinchiusi nelle scuole elementari della frazione Casciano. Solo l’impreparazione di un partigiano, che apriva il fuoco troppo presto, non permise la cattura di altri elementi fascisti in arrivo da Siena. Ai primi di giugno 1944, i partigiani della “Lavagnini” iniziavano a scontrarsi con i primi tedeschi in ripiegamento dal Lazio. Con l’avvicinarsi delle truppe alleate del Corpo di Spedizione Francese, il comando della Brigata pensò di precedere questi soldati ed entrare in Siena prima di loro, ma il progetto andò a monte. Differentemente, mano a mano che i francesi entravano in contatto con partigiani della “Lavagnini”, li disarmavano. Conclusa la campagna militare, molti uomini della Brigata si arruolarono nel ricostituito Esercito Italiano dei Gruppi da Combattimento.
http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza6a.htm