Partigiani della Maremma protagonisti di un doppio appuntamento al circolo Arci di Roccastrada

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Doppio appuntamento a Roccastrada con la vita di due partigiani. In occasione della festa regionale dell’Arci, il circolo Arci “La fenice” di Roccastrada propone un fine settimana dedicato alla storia del territorio.

Sabato 17 gennaio, alle 17.00 presentazione di “Si va pel mondo”, volume edito da Effigi a cura di Fausto Bucci e Rodolfo Bugiani  e con la collaborazione di Claudio Carboncini.
Attraverso la testimonianza e i ricordi del partigiano Ganna, al secolo Aristeo Banchi, “Si va pel mondo” ripercorre la storia del Partito comunista di Grosseto, dalle origini al 1944. Alla presentazione del volume saranno presenti Christian Sensi, presidente di Arci Grosseto, Giuseppe Corlito, presidente della sezione ANPI “Elvio Palazzoli” di Grosseto e il sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola.

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Domenica 18 gennaio, alle 17.30,  è in programma la presentazione di “Norma Parenti, testimonianze e memorie” (Edizioni Effigi), di Antonella Cocolli, Nadia Pagni, Anna Rita Tiezzi.

Il libro ripercorre, attraverso interviste, racconti inediti e altri materiali, alcuni momenti della vita della partigiana maremmana, insignita anche della Medaglia d’oro al valore militare per il ruolo svolto nella Liberazione d’Italia.

Partecipano, oltre alle autrici,  la storica Katia Taddei e Donatella Borghesi.

 

Norma Parenti.

Scan-130210-0011Declinare al femminile la scelta intanto obbliga a mettere in questione l’immagine di un’adesione spontanea e irriflessa e tutta inscritta nel “naturale”, che ne offusca i caratteri forti di storicità, e restituisce all’adesione delle donne – Resistenza armata o Resistenza civile – un significato di libertà “implicito nel suo essere atto di disobbedienza” in quanto “disobbedienza a chi aveva la forza di farsi obbedire”. Il valore non secondario di questo tipo di approccio si estende alla riflessione sul confine tra Resistenza civile e Resistenza armata, tra i diversi livelli dell’uso della violenza, dal rifiuto delle armi, all’uso della violenza “necessaria”, alla violenza “gratuita”. La casistica che emerge da molte nuove testimonianze e da alcune storie di vita rende ragione dell’ipotesi di attribuzione ai gesti delle donne di un significato politico, oltre la spontaneità del bisogno di cura tipicamente femminile, oltre il confine della risposta ai bisogni elementari di padri, mariti, fratelli. Dunque permette di declinare non solo ma anche come scelta politica la loro partecipazione alla lotta partigiana, in più, all’interno di un confronto accettato con l’esperienza della violenza della guerra, guerra civile, ma che contiene anche le tracce di un’adesione – pur non sempre consapevole – ad un’etica della responsabilità. Su questo aspetto scontiamo molti silenzi, di cui Anna Rossi Doria coglie implicazioni e conseguenze, quando richiama l’attenzione sul

nesso forte ancora in gran parte da indagare tra il mancato riconoscimento sociale e politico del ruolo svolto dalle donne partigiane e dalle deportate alla fine della guerra e le generali debolezze e difficoltà…della costruzione della cittadinanza delle donne.

A questi oggi si corre il rischio di aggiungere altri silenzi, dettati da quell’uso politico della storia che in Italia da tempo sta condizionando il discorso pubblico sulla Resistenza.

Luciana Rocchi, “Donne e Resistenza nel Grossetano e nel Senese”, 2008

Di una massetana è […] il nome più celebrato della Resistenza in provincia di Grosseto: Norma Pratelli Parenti, seviziata e uccisa dai nazifascisti in circostanze ancora non del tutto chiarite, il 22 giugno 1944, medaglia d’oro al valore militare. La fotografia di Norma, che compare in tutte le pubblicazioni locali sulla Resistenza, mostra un sorriso luminoso e dolce, che non sembra accordarsi con l’immagine dell’eroina sofferente o della martire. Manca ancora uno studio accurato sulla vicenda di questa donna, sulla cui fine si è steso a lungo un silenzio, forse motivato dalla consapevolezza di quanto sarebbe stato difficile gestire nel dopoguerra le lacerazioni provocate da un’azione tanto brutale, cui non dovette essere estranea la responsabilità dei fascisti repubblicani locali. […] Ha prevalso, nei primi scritti che ricordano Norma, la retorica del sacrificio, l’immagine della giovane sposa e madre, come in una poesia anonima, datata giugno 1944, o in un opuscolo diffuso dall’UDI, il cui linguaggio è lo stesso della pubblicistica locale sugli episodi luttuosi di stragi ed eccidi (“fu avviata al suo doloroso calvario. Percossa ed ingiuriata, martoriata nel corpo e nell’anima”) e dunque appare fortemente connotato dal clima di una guerra ancora in corso, molto lontano da noi, dalla nostra sensibilità e dai nostri registri linguistici, ma non specchio deformante del clima del momento. Tutta la prima pubblicistica e le memorie più lontane da noi ricordano l’episodio della disobbedienza di Norma al divieto di dare sepoltura al corpo del partigiano Guido Radi, trascinato dai nazifascisti per le strade di Massa Marittima, con una descrizione che evoca più l’archetipo femminile della legge del cuore – il sacrificio di Antigone – che non un’appartenenza o una adesione pienamente consapevole alla lotta antifascista.
[…] più che una biografia, forse è possibile – e utile – fare una storia della memoria di Norma Parenti e di come è stata letta una Resistenza combattuta sul fronte della solidarietà, nella città dove ha avuto maggiore spazio di tutta la provincia la Resistenza militare, in coerenza con un forte impegno antifascista precoce. Sarebbe utile dare ragione del lungo oblio dei massetani, e confrontarlo con la retorica di quell’opuscolo UDI del 1944, che ne “santifica” il martirio.

Luciana Rocchi, “Voci, Silenzi, Immagini. Memoria e Storia delle donne grossetane”, 2004

 

Il mito di Norma; iniziative spontanee e patrocinio ANPI

Il Mito di Norma

 

Accanto ai molti studi storici che vengono completati e pubblicati anche in questi recentissimi giorni, l’occasione del 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione sta attivando un diffuso fermento culturale e sociale attorno agli episodi che segnarono, anche nel nostro territorio, momenti di grande commozione e ai protagonisti della lotta di Liberazione.

L’ANPI esprime sincera soddisfazione per queste iniziative spontanee che strappano le figure dei partigiani e dei martiri della Liberazione ai soli riti celebrativi e li restituisce alla memoria collettiva come uomini e donne vividi, vitali, grandiosi nella loro umanità, rendendo nuova energia alla memoria della Resistenza.

In questo quadro si collocano anche le iniziative che ruotano intorno alla Medaglia d’Oro Norma Parenti, una figura che merita di essere ancora scandagliata attorno a cui si addensa immutato l’affetto e la riconoscenza della comunità massetana in particolare e dell’intera provincia.

Non rappresentazione di una élite motivata politicamente, ma generosa protettrice dei deboli, Norma è la manifestazione dell’umana compassione verso il prossimo, di una spontanea, spericolata difesa dei valori istintivamente sentiti come giusti.

Ci auguriamo che anche attraverso queste opere si consolidi la consapevolezza diffusa del valore della Resistenza come fondante la nostra Repubblica e si rinnovi lo slancio etico e intellettuale allo sviluppo della nostra società.

 

La Presidenza Provinciale ANPI “Norma Parenti” di Grosseto.

 

 

 

Norma, la storia lirica di un’anima libera

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Oggi, domenica 23 marzo alle ore 17,30, nella sala San Bernardino a Massa Marittima si terrà la prima nazionale dello spettacolo

 “Norma. La storia lirica di un’anima libera”

prodotto dall’Associazione CUlturale Arts & Crafts.
La prosa mette in  scena gli ultimi mesi della vita della Medaglia d’oro al valor militare Norma Parenti, uccisa all’alba della liberazione di Massa Marittima.
L’ANPI Provinciale di Grosseto, intitolato proprio alla memoria di Norma, ha patrocinato il progetto e ne sostiene la rappresentazione.