Gianni RODARI. COMPAGNI FRATELLI CERVI

Dedicato a papà Cervi
nel suo ottantesimo
compleanno
e alle giovanissime generazioni
d’Italia

A papà Cervi
con ammirazione
con affetto

I

Bella Emilia, splendeva
la polvere delle tue strade
che si aprono il passo fino al cuore
verde della pianura –
Ora immobili al sole, ora smarrite
nel labirinto delle vigne, dove
il campanello di una bicicletta
sembra squillare in cielo con le allodole
o sugli olmi affollati di cicale –
come splendeva, Emilia, la tua pace
il giorno che Aldo Cervi
guidò il trattore nuovo verso casa
e bastava la mano sul volante
a domare il puledro di ferro
dal muso fiammante
e il cuore prestava le sue parole
alla cieca canzone del motore :

Trattore, passa e va!

Le case si affacciavano
in cima alle cavedagne,
mandavano filari,
mandavano cani festosi e bambini
dalle voci più acute delle frecce
incontro al suo ruggito,
e un ragazzo che a scuola
le vecchie favole aveva sentito
rise : Guardate Atlante,
il gigante che regge il mondo in collo!

Perché sulla macchina alto in trono
viaggiava un mappamondo,
solenne goffo re da biblioteca
esiliato fra i campi,
e ad ogni scossa la sua rotazione
attorno ai poli mostrava
i continenti di sette colori
e gli oceani celesti, navigati
da flotte di arcipelaghi,
l’Asia, l’Europa, l’Africa,
l’America ?
alla spinta d’un dito
giravano in un vortice di trottola,
e il cane impazzito
abbaiava alla giostra,
e i bimbi gli volevano mostrare
l’Italia che bagna il piede del mare
e lì è casa nostra, noi siamo lì sotto l’unghia.

Balenò sulla sfera
il riflesso di fiamma del trattore,
si bagnarono acque e terre
in un bagliore d’incendio e di sangue.

II

Sette fratelli come sette olmi,
alti robusti come una piantata.
I poeti non sanno i loro nomi,
si sono chiusi a doppia mandata :
sul loro cuore si ammucchia la polvere
e ci vanno i pulcini a razzolare.
I libri di scuola si tappano le orecchie.
Quei sette nomi scritti con il fuoco
brucerebbero le paginette
dove dormono imbalsamate
le vecchie favolette
approvate dal ministero.

Ma tu mio popolo, tu che la polvere
ti scuoti di dosso
per camminare leggero,
tu che nel cuore lasci entrare il vento
e non temi che sbattano le imposte,
piantali nel tuo cuore
i loro nomi come sette olmi :
Gelindo,
Antenore,
Aldo,
Ovidio,
Ferdinando,
Agostino,
Ettore ?

Nessuno avrà un più bel libro di storia,
il tuo sangue sarà il loro poeta
dalle vive parole,
con te crescerà
la loro leggenda
come cresce una vigna d’Emilia
aggrappata ai suoi olmi
con i grappoli colmi
di sole. Continua a leggere