Busta con due proiettili per il comandante partigiano

La lettera intimidatoria è stata consegnata a Giorgio Pacini, presidente dell’Anpi Gavinana che in Palazzo Vecchio, durante il discorso per la celebrazione della Liberazione di Firenze aveva attaccato Casaggì

di MARIA CRISTINA CARRATU’

 

“Paura? Macché paura, ho rischiato la vita tante di quelle volte…”. Giorgio Pacini, classe 1922, dice di non aver fatto una piega mercoledì mattina alle 9.30, quando, ritirando la posta del giorno prima, si è ritrovato fra le mani quella busta gialla imbottita, un talloncino bianco sul retro con su scritto: “Viva i franchi tiratori!”. Poteva lasciarla lì e chiamare subito i carabinieri, “perché era chiaro che era una busta strana”, e la sera prima, per di più, verso le 20, “ora insolita per una consegna”, qualcuno aveva suonato al campanello gridando “Posta in cassetta!”.

Ma il vecchio partigiano non ci ha messo un attimo a decidere di guardarci dentro. E dentro c’era la più brutale e diretta delle minacce, due proiettili di vecchio tipo ma ancora utilizzabili, e una fotocopia di un gruppo di gerarchi fascisti, preso forse da un vecchio Dvd di un’ora intitolato “La Repubblica sociale italiana. Vita quotidiana a Salò”. Solo a questo punto Pacini, accompagnato dai compagni Enrico Bugli e Luigi Mannelli, si è deciso a presentare ai carabinieri una denuncia contro ignoti, che ora arriverà alla procura della Repubblica. Messaggi inequivocabili, quelli della macabra busta, destinati a un grande vecchio della Resistenza, segretario della sezione Gavinana dell’Anpi e protagonista nelle ultime settimane della polemica sulla esclusione dell’associazione partigiani dalla cerimonia dell’11 agosto.

Decisa dal sindaco Matteo Renzi, che

al posto di Pacini, già indicato dall’Anpi, ha invitato come relatore ufficiale il cardinale Silvano Piovanelli, perché ricordasse il ruolo dei cattolici nella Liberazione di Firenze. In Palazzo Vecchio, però, Pacini ha potuto intervenire ugualmente, invitato dal sindaco alla fine della cerimonia. E ha parlato chiaro, attaccando frontalmente gli attivisti di Casaggì, il centro sociale di destra che in occasione dell’11 agosto aveva proposto di celebrare i franchi tiratori, i famigerati cecchini schierati da Pavolini per ostacolare l’avanzata degli Alleati e che facevano fuoco sulla popolazione inerme: “Occorre osservare” aveva replicato il vecchio combattente, “come da qualche anno all’approssimarsi dell’11 agosto si ripetano le provocazioni del fascismo più oltranzista, che invocano commemorazioni di criminali “caduti per l’onore dell’Italia”, ovvero la celebrazione di spregevoli sparatorie contro la popolazione inerme, donne, vecchi e bambini, non di presunti combattenti alla pari di altri armati, cioè di noi partigiani”.

Parole chiare e dirette che potrebbero aver “armato” la reazione a base di proiettili (descritti dai carabinieri nel loro rapporto come “proiettile inesploso con palla blindata calibro 7.65”, e “a salve calibro 7.62 della Nato, con ogiva in ottone colorata di rosso, a sottolineare l’assenza di offensività”) e le minacce indirette contenute nella busta gialla ricevuta da Pacini. Strana anche perché affrancata con un francobollo da due euro del museo cristiano Città del Vaticano, con un timbro delle Poste Vaticane del 5 gennaio 2011, e per il biglietto con su scritto “Viva i franchi tiratori” incollato sul foro causato dall’eliminazione del vecchio mittente. “Evidentemente a qualcuno vicino a quegli ambienti le mie parole non sono andate giù”, commenta Pacini, rimproverato dai carabinieri per aver aperto la busta “incurante dei rischi che correvo”, e ricordando anche gli altri episodi che lo hanno colpito, come le scritte minatorie (“partigiano assassino”, e, in anteprima, “viva gli eroi franchi tiratori”) comparse l’anno scorso sui muri di viale Reims, accanto alla sede della sezione Gavinana.

Ma anche il suo messaggio, avverte, resta più forte che mai: “Guai ad avere paura, e guai ad abbassare la guardia. Non voglio drammatizzare, ma ora più che mai deve essere chiaro che bisogna continuare a parlare di queste cose, a farle conoscere, a far crescere la capacità di resistenza contro i fascismi di oggi”. Solidarietà a Pacini e condanna “dell’ignobile atto” arrivano dall’Anpi di Firenze, che lancia un appello “a tutte le forze democratiche” a formare “un fronte antifascista contro il dilagare di idee che si rifanno a un passato inquietante e drammatico”, e alle istituzioni pubbliche perché “stronchino queste aberranti ideologie e organizzazioni fasciste e naziste”.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/08/19/news/busta_con_due_proiettili_per_il_comandante_partigiano-20612222/

Un pensiero su &Idquo;Busta con due proiettili per il comandante partigiano

  1. “A Firenze è tornato il nazifascismo”

    Nel periodo di ferragosto è successo, a Firenze, un episodio gravissimo: al Comandante partigiano Giorgio Pacini, è stata recapitata una lettera minatoria, inneggiante ai “franchi tiratori fiorentini” e contenete persino due proiettili di pistola.

    A questo punto, è bene precisare che quest’anno, in modo ufficiale, le varie sigle della destra neonazifascista hanno commemorato, nel cimitero di Trespiano di Firenze, i così detti “franchi tiratori fiorentini”.

    Orbene, per chi non lo sapesse, i “franchi tiratori fiorentini” erano giovani della peggiore risma, che assoldati dal segretario del fascio repubblichino, Alessandro Pavolini, colui che, insieme ai generali nazisti, aveva programmato cinicamente la distruzione della propria città, sparavano non tanto contro gli alleati o contro i partigiani, bensì contro la popolazione Fiorentina inerme.

    Difatti, il loro preciso scopo era quello di terrorizzare i Fiorentini.
    Queste persone non erano certo “eroi”, combattenti per “l’onore” d’Italia, quanto, invece, dei veri e propri mercenari al servizio di Hitler!
    Gentaglia senza coraggio e senza dignità, che combatteva al servizio della belva Nazista morente e contro i propri fratelli italiani.

    Pertanto, la loro esaltazione è fuori dalla Storia e fuori dalla Legge, in quanto integra il reato di ricostituzione del partito fascista e di esaltazione dei suoi esponenti.

    Perché la forza pubblica prima ed il Sindaco Renzi, poi, da Ufficiale di Governo, quale è, non ha impedito tale iniziativa?

    Forti di questo lassismo delle autorità, i neonazifascisti hanno avuto l’ardire di minacciare il Comandante Partigiano Giorgio Pacini, inviandogli dei proiettili di arma da fuoco.

    Quando la notizia è divenuta pubblica, i neonazifascisti, con la sfrontatezza che li distingue, hanno preso le distanze dall’iniziativa dell’invio dei proiettili, ma hanno rivendicato il diritto di commemorare i “franchi tiratori” che secondo loro, sarebbero stati “eroi” che hanno combattuto per “l’Onore” d’Italia.

    Ciò storicamente è completamente inesatto, dal momento che essi, in quanto nazifascisti, non avevano alcun “Onore”, avendo seminato morte e distruzione in tutta Europa, ai danni di intere popolazioni civili, inermi, nell’Europa Centrale e Orientale.

    In ogni caso, è bene precisare che i “franchi tiratori” combattevano per Hitler e contro gli Italiani, rappresentati, in quel momento, dal Regno del Sud, che volevano assolutamente la Pace.

    Quello che in questa vicenda bisogna sottolineare è che la stampa ha riportato le tesi degli esponenti politici neonazifascisti che esaltavano i “combattenti di Salò”, mentre, ha censurato gli scritti inviati ai giornali da parte di alcuni Antifascisti che intendevano approfondire l’argomento “franchi tiratori fiorentini”, chiamandoli con il loro vero nome: mercenari servi dei nazisti!

    Quello che è ancora più preoccupante è il fatto che gli esponenti politici democratici, da Matteo Renzi a Rosy Bindi, intervenuti a commentare il gesto intimidatorio dell’invio dei proiettili a Pacini, non hanno saputo o voluto cogliere l’elemento essenziale di tale vicenda: commemorazione dei “franchi tiratori fiorentini” ed invio dei proiettili a Pacini sono due facce della stessa medaglia!
    Tale medaglia, purtroppo, ha un solo triste nome: esaltazione e ricostituzione del disciolto partito fascista!

    Quando ci sarà, a Firenze, un’Autorità Politica Militare o di Polizia Giudiziaria in grado di prendere una concreta iniziativa nei confronti di queste commemorazioni, che si pongono contro lo spirito e la lettera della nostra Costituzione Repubblicana e ci riportano indietro agli anni bui del ventennio fascista e della fantomatica repubblichina di Salò?

    Avvocato Francesco Mandarano”

    http://www.nuovasocieta.it/lettere/28759-a-firenze-e-tornato-il-nazifascismo.html

    Grazie Resistenza Continua
    A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d’Italia BELLA CIAO Il popolo viola Firenze Antifascista Partigiani del Terzo Millennio Partigiani internazionali uniti L’ANTIFASCISTA NESSUNO EQUIPARI IL SACRIFICIO DEI PARTIGIANI AI CRIMINI FASCISTI “SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI” *** LA PIU’ GRANDE PAGINA ITALIANA ANTIFA ***

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