Haidi Gaggio Giuliani, Paola Staccioli – “Non per odio ma per amore. Storie di donne internazionaliste” Prefazione di Silvia Baraldini

 

 

Il libro

Tamara Bunke, Elena Angeloni, Monika Ertl, Barbara Kistler, Andrea Wolf, Rachel Corrie. Sei vicende biografiche diverse per provenienza geografica, formazione culturale e politica. Sei esistenze accomunate dalla scelta di abbandonare la propria vita «privilegiata» di donne occidentali per andare a combattere una rivoluzione degli altri. Dalla decisione di mettere in gioco la propria vita in una militanza a sostegno delle lotte di liberazione di altri popoli.
Donne comuniste, antimperialiste, pacifiste, alcune delle quali sono entrate nella clandestinità delle formazioni armate, hanno aderito alla guerriglia o hanno esercitato una resistenza attiva.
Non per odio ma per amore è il racconto della loro vita, della «ragione» che le ha spinte a combattere e della «passione» che le ha animate fino al più tragico epilogo.

Le biografie raccontate:

Bolivia – Haydée Tamara Bunke Bider, Tania la guerrigliera (tedesca)
Conosce Che Guevara e decide di trasferirsi a Cuba e dedicare la sua vita alla rivoluzione; la sua militanza la porterà anche a unirsi alla guerriglia del Che in Bolivia. Cade in un’imboscata il 31 agosto 1967.

Grecia – Maria Elena Angeloni (italiana)
Nel 1970 partecipa a un’azione in sostegno alla resistenza greca. Lo scopo è duplice: denunciare la dittatura dei colonnelli e denunciare la responsabilità degli Usa. Il meccanismo a orologeria della bomba artigianale confezionata si inceppa e l’auto salta in aria… Lascia un bambino di nove anni, Federico, che ha avuto con Veniero, fratello di Haidi, la mamma di Carlo Giuliani.

Germania – Monika Ertl (tedesco-boliviana)
1 aprile 1971: Roberto Quantanilla, il colonnello dei servizi segreti boliviani responsabile della morte del Che, viene ucciso nella sede del consolato boliviano di Amburgo. I colpi partono da una pistola registrata a nome di Giangiacomo Feltrinelli. A sparare è Monika Ertl, figlia di un tedesco compromesso col nazismo, che nel 1969 abbandona il ricco marito per unirsi ai guerriglieri boliviani, diventando l’amante del loro capo, Inti Peredo, il successore del Che. Quando anche Inti viene ucciso dal torturatore Quintanilla, Monika giura vendetta. Torna in Bolivia al fianco di Regis Debray per organizzare la cattura di Klaus Altmann Barbie, l’ex capo della Gestapo di Lione, che però riesce a tenderle un’imboscata nella quale muore.

Turchia – Barbara Kistler (svizzera)
Decide di unirsi alla guerra popolare condotta dal Partito comunista turco. Arrestata nel maggio 1991 a Istanbul, viene torturata. Liberata alcuni mesi più tardi ed espulsa in Svizzera, rientra clandestinamente in Turchia per combattere con l’Esercito di Liberazione degli operai e contadini. Viene uccisa in uno scontro a fuoco sulle montagne del Kurdistan turco.

Kurdistan – Andrea Wolf (tedesca)
Dopo aver militato per anni in Germania nel movimento di resistenza, sostenuto le lotte dei prigionieri della Raf, vissuto in una comune, essere stata arrestata, decide di unirsi al movimento di liberazione curdo sotto la guida del PKK, con il nome di battaglia di Rohani. Combatte nell’Esercito dell’Associazione delle donne libere del Kurdistan. Viene uccisa in Turchia orientale nell’ottobre del 1998.

Palestina – Rachel Corrie (statunitense)
Giovane militante pacifista americana viene uccisa a Gaza nel 2003, a 23 anni, da una ruspa israeliana. Fa parte del movimento per la giustizia e la pace. In Israele partecipa ad azioni di blocco delle ruspe israeliane che cercano di abbattere case palestinesi. Il 15 marzo, durante una resistenza passiva a Rafah nella striscia di Gaza, viene travolta e uccisa da un bulldozer.

Haidi Gaggio Giuliani, Paola Staccioli – “Non per odio ma per amore. Storie di donne internazionaliste”
€ 15

In llibreria e su www.deriveapprodi.org dal 24 ottobre 2012

Venerdì 28 settembre alle ore 17, presso l’Archivio di Stato di Grosseto, sarà presentato il primo numero di “Maritima”-

MARITIMA»

Una nuova rivista per conoscere e pensare la Maremma.

In occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2012 Una nuova rivista debutta nel panorama culturale locale. Venerdì 28 settembre alle ore 17, presso l’Archivio di Stato di Grosseto, sarà presentato il primo numero di “Maritima”- rivista di storia della Maremma. Che cosa è la Maremma? Ce lo chiediamo sempre di più oggi, anche in relazione al progetto di riordino delle province, e la storia può aiutarci a comprendere l’identità di un territorio.

La rivista è un semestrale il cui titolo ripropone la denominazione antica del vasto territorio che si estendeva da Siena al mare, fino al Lazio a sud e il pisano a nord. “Maritima” raccoglie studi e ricerche storiche dedicate alla Maremma ed è pubblicata dalla Sosam, la Società storica dell’Alta Maremma di cui fanno parte storici locali, ricercatori e studiosi di varie università, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza storica del territorio e di promuovere la tutela e valorizzazione dei beni culturali e dell’ambiente maremmano.

Alla presentazione interverranno Gianluca Camerini, presidente della SoSAM, Riccardo Belcari, coordinatore editoriale della rivista e Leonardo Rombai, docente di Geografia all’Università di Firenze. Tra gli autori del primo numero, Andrea Capperucci presenterà il proprio articolo “Motupropri e rescritti dell’Ufficio dei Fossi di Grosseto. Una fonte preziosa per la storia della politica leopoldina in Maremma”.

“Con la pubblicazione di ‘Maritima’ – dichiara Gianluca Camerini – intendiamo valorizzare l’attività di ricerca di giovani studiosi assieme ai contributi di storici già affermati, dedicando uno spazio anche alle tesi di laurea e di dottorato relative al territorio maremmano. Vorremmo cioè integrare dimensione locale della ricerca storica con quella scientifica delle università, con la didattica e il mondo della scuola” .

L’indice e l’organigramma della rivista sono visibili all’indirizzo:

http://maritima.weebly.com/rivista.html

P. PEZZINO Storie di guerra civile L’eccidio di Niccioleta

Un piccolo paese nella bufera della guerra.

Nel giugno del 1944, con gli alleati ormai alle porte, a Niccioleta, piccolo villaggio minerario del Grossetano, si compie un eccidio in cui, ad opera di un battaglione tedesco composto per lo più di volontari italiani, trova la morte una settantina di uomini. La miniera occupata dai partigiani, la comunità divisa tra fascisti e antifascisti, la lunga vicenda giudiziaria che si protrarrà per alcuni anni dopo la fine della guerra: questo il contesto ricostruito dal volume. Tesa e avvincente sul piano narrativo, l’indagine si solleva dal caso singolo ad affrontare alcune questioni generali della storiografia recente: la penetrazione del fascismo nella società italiana, i caratteri della guerra globale, la specificità del regime di occupazione nazista, le contraddizioni della guerra partigiana, la costruzione di una memoria antifascista, le difficoltà di individuare e punire i colpevoli di crimini di guerra. E, come filo conduttore, il tema della responsabilità – etica e civile prima che penale – di tutti coloro che si muovono come attori in una scena pubblica, e delle loro scelte.

Paolo Pezzino insegna Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Su argomenti analoghi ha pubblicato “Anatomia di un massacro. Controversia sopra una strage tedesca” (Il Mulino, 1997) e “Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944” (con M. Battini, Marsilio, 1997).