La relazione annuale della sezione di Grosseto “Elvio Palazzoli”

Nota del presidente provinciale Nello Bracalari sulla relazione della sezione “Palazzoli” di Grosseto

“Pubblichiamo sui nostri mezzi di comunicazione on line la relazione del compagno Corlito all’assemblea annuale della sezione di città svoltasi l’11 aprile scorso.

Non in termini di recriminazione, ma ai soli fini di una corretta valutazione dell’attività della nostra associazione, ritengo doveroso, per quanto inusuale, accompagnare tale pubblicazione con una breve nota, riguardante un argomento dei numerosi trattati: quello relativo al mancato successo del tesseramento,

In questo paragrafo si indica come una delle cause del mancato successo del tesseramento, un presunto disallineamento tra l’orientamento politico della Presidenza provinciale e quella Nazionale, nella quale invece, la sezione si riconoscerebbe. A tale proposito appare davvero singolare che tale accusa sia formulata da chi, nel passato, non solo ha manifestato dissenso, di per sé legittimo, verso posizioni di grande rilevanza assunte dalla presidenza nazionale, ma addirittura ha partecipato ” in forma organizzata” ad iniziative non condivise dalla presidenza nazionale stessa.
Poi quando si danno questi giudizi di scostamento dalla linea generale dell’associazione sarebbe bene indicare sempre con quali atti ciò sarebbe avvenuto, perché non vorrei che si scambiassero considerazioni e giudizi che ognuno è giusto che esprima sui singoli argomenti come contributo ad una doverosa sintesi, come atti contrari alla linea nazionale.

Infine,sempre in tema di tesseramento, anche gli altri argomenti, compresi quelli di carattere organizzativo, mi sembra che tendano ad attribuire ad altri il mancato successo mentre è assente una riflessione su come viene percepita all’esterno l’attività della sezione e, soprattutto, se questa è capace o meno di coinvolgere la larga e plurale base sociale su cui si fonda la nostra associazione”.

Nello Bracalari

RELAZIONE ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DELLA SEZIONE ANPI “E. PALAZZOLI” DI GROSSETO dell’11 aprile 2015 approvata dal Direttivo di sezione all’unanimità

Care compagne e cari compagni,
ci riuniamo per la terza volta dalla fondazione della nostra sezione, intitolata a Elvio Palazzoli, per fare un bilancio del nostro lavoro nel 2014 e per varare il piano di lavoro per il 2015. Lo stesso fatto che la ns Assemblea si tenga nel mese di aprile e a ridosso della Festa della Liberazione del 25 aprile è segno della fatica fatta sin qui. Abbiamo alle spalle un anno difficile non solo per la ns sezione, ma anche per tutto il ns paese. Come sappiamo il comma 1 dell’art. 6 del Regolamento nazionale prevede: “L’assemblea ordinaria annuale della sezione, di cui all’art. 16 dello Statuto, deve procedere, prima dell’inizio dei lavori, alla nomina di un Presidente dell’Assemblea. L’ordine del giorno deve prevedere: esame dell’attività svolta nel corso dell’anno; programma di lavoro e iniziative previste per il nuovo anno; discussione della situazione politica e i compiti dell’associazione; esame e approvazione del bilancio consuntivo e di previsione”.

Lo scorso anno abbiamo convenuto che “solo se la nostra sezione (come tutte le altre della nostra Associazione) diventa un collettivo di lavoro militante avremo assolto al nostro compito statutario di essere custodi della memoria attiva della Resistenza e di garanti della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista”. Ricordiamo che anche il Presidente nazionale dell’ANPI, il partigiano Carlo Smuraglia, ha più volte sottolineato che uno dei problemi fondamentali della nostra Associazione è avviare un processo di trasformazione degli iscritti in militanti. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che siamo lontani dall’aver realizzato questo obbiettivo non solo perché il numero degli iscritti nel 2014 non ha eguagliato il risultato del 2013, delle cui ragioni dirò qualcosa più avanti, ma anche perché c’è stato un impegno di alcuni compagni del direttivo a cui non ha corrisposto – se non in particolari occasioni – un allargamento dei compagni che hanno collaborato con noi con continuità.

Partiamo da un breve esame della situazione politica attuale, ribadendo che purtroppo essa –nonostante i tanti successi sbandierati dai media – rimane caratterizzata dalla gravissima crisi economica, sociale, politica e morale, illustrata nelle due precedenti relazioni. Richiamo qui la “valutazione complessiva” del Presidente Smuraglia al Consiglio nazionale di Cianciano del 25 ottobre 2014: “una situazione difficile e precaria su tutti i fronti, interni ed esterni. Tendenze preoccupanti e rischi per il Paese, nella crescente difficoltà di uscire finalmente dalla crisi, mentre si spera ancora di risolverla sulla base dell’equità e della giustizia sociale. Il distacco dei cittadini, l’indifferenza, la convinzione dell’ultima spiaggia e della mancanza di alternative. Poca attenzione alle riforme costituzionali ed alle questioni di fondo (crescita, sviluppo, creazione di posti di lavoro, trattamento ‘dignitoso’ del lavoro) e poco impegno – dei cittadini e delle istituzioni – sul piano dell’antifascismo e della democrazia. Non ci sono opposizioni ‘vere’, né fuori né dentro il Parlamento”. Anche se nelle ultime settimane i media hanno celebrato la riduzione dello spread sotto i 100 punti, obbiettivo utile perché riduce i costi del ns debito nazionale, ciò non si traduce nella liberazione di risorse per il rilancio dell’occupazione (è di questi giorni la notizia che il famoso Job’s act, che in italiano dovrebbe essere un piano per il lavoro, non riesce a varare i decreti attuativi per difficoltà di trovare le coperture finanziarie idonee e non produce un aumento dell’occupazione). Il rischio è quello che denunciammo nella relazione dello scorso anno: una ripresina senza lavoro.
In realtà non siamo fuori della crisi economica, è stato dimostrato che su scala planetaria le disuguaglianze sociali sono ritornate ad essere quelle del 1929, dato che dimostra due cose: 1. la crisi attuale è uguagliabile per profondità e gravità alla grande depressione; 2. la natura ultima delle crisi cicliche del capitalismo non sono eventi “naturali”, ma gigantesche redistribuzioni della ricchezza a spese di chi la produce, cioè il lavoro. Un dato impressionate è che 86 persone in tutto il pianeta posseggono una ricchezza pari a 3 miliardi e mezzo di esseri umani. La subalternità ideologica delle classi lavoratrici è dimostrata dal fatto che l’unico che su scala planetaria è riuscito ad agire politiche economiche espansive, cautamente keynesiane, il presidente Obama, al ritmo di 300.000 unità al mese, è stato penalizzato nelle elezioni di mid-term a tutto vantaggio dei repubblicani, conservatori e in larga misura guerrafondai.
Vorrei portare anche l’esempio greco, ma non in positivo come ci si potrebbe aspettare da me, ma in negativo: la sinistra, unificata in un lungo e faticoso processo in Syriza, ha conseguito un rilevante successo elettorale intorno ad una idea di difesa degli interessi nazionali rispetto alle politiche neo-liberiste della Troika e di ripresa delle politiche di piena occupazione di marca keynesiana e socialdemocratica. I tentativi tedeschi ed europei di contenerne il successo prima delle elezioni, il cui risultato è stato un ibrido governo di coalizione, e poi quelli in corso di piegare la resistenza greca alle ricette neo-liberiste mettono a rischio la tenuta del governo Tsipras, le cui capacità di mediazione sono messe a dura prova. È di questi giorni la dichiarazione europea della necessità di cambiare la coalizione di governo, espellendo la sinistra di Syriza ed imbarcando il Pasok, da sempre fedele agli euroburocrati, con una grave ingerenza nelle questioni interne di unop stato sovrano. Voglio richiamare la vostra attenzione sul fatto che – come in altri periodi storici – la fine delle speranze del popolo greco rappresentate dal successo elettorale della sinistra possono aprire una breccia al successo della destra più estrema; dobbiamo ricordare che il partito neo-nazista Alba Dorata è il terzo partito greco per suffragi elettorali.
Per fortuna le spinte populiste di destra in Europa hanno segnato una battuta d’arresto in Francia con il mancato successo del Front National nelle ultime elezioni amministrative, risultato che speriamo venga replicato in Italia nelle prossime amministrative contro il populismo verde-nero di Salvini, alleato coi “fascisti del terzo millennio”, come si definiscono quelli di Casa Pound. Il flop della manifestazione di Piazza del Popolo (10.000 presenze facendo un conto largo) sembra andare in questa direzione, ma i pericoli di destra esistono su scala europea e italiana e il cavallo di Troia di questa tendenza autoritaria da sempre anticamera del fascismo è il razzismo attivato dalla paura delle orde di immigrati che premono sulla frontiera sud. Queste forze stanno pericolosamente alzando la testa anche nella nostra città usando lo stesso sistema.
Inoltre basta osservare una cartina dei conflitti armati in atto per vedere come siamo circondati da focolai di guerra che non si sopiscono anzi pericolosamente di avvicinano alle porte di casa. Mi riferisco a quello russo-ukraino, con forze apertamente fasciste presenti nel governo ukraino piegato agli interessi economici europei e statunitensi sui giacimenti di scisti bituminosi del Donbass; il rinfocolarsi del conflitto isdraelo-palestinese con la battuta d’arresto del processo di pace, fondato sul principio “due popoli, due stati”, che risulterà dal successo della destra di Netanhiau; l’avanzata lungo il nord-africa dei barbari dell’ISIS, che sono arrivati ad un tiro di missile dalle coste siciliane. È il risultato della politica guerrafondaia americana, della lobby del petrolio e degli armamenti, che ha sostenuto la presidenza dei Bush padre e figlio, la quale ha scatenato la “guerra dei trent’anni” in Iraq. Analogamente le milizie dell’ISIS sono state alimentate contro il dittatore siriano Assad finché sono sfuggite al controllo. Nel frattempo dobbiamo aspettarci una vittoria del terzo Bush alle prossime presidenziali statunitensi.

Come abbiamo più volte ribadito nei documenti ufficiali dell’ANPI non è nostro compito esprimerci sulla natura dei governi, né possiamo avere “governi amici”, ma siamo chiamati a valutare le azioni e i provvedimenti dei governi in base ai nostri principi ed alla nostra linea politica di difesa e sviluppo della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista. Richiamo qui ancora la relazione del Presidente Smuraglia al Consiglio Nazionale di Chianciano del 15 ottobre scorso, che condividiamo profondamente.
“La riforma del Senato. A nostro parere, è sbagliata, perché – nella sostanza – elimina il Senato come vero organo di rappresentanza e di equilibrio. La soluzione approvata è inaccettabile ed è certo, a nostro avviso, che non potrà funzionare. Meglio sarebbe stato cogliere l’esigenza reale, che era quella di differenziare il lavoro delle due Camere, mantenendo ad entrambe l’elettività, funzioni adeguate anche se diverse, e semmai facendo del Senato, davvero, una Camera alta, anche per le maggiori competenze acquisite” Smuraglia rileva, inoltre, che “si è colta l’occasione della riforma per compiere altre due operazioni, certo non corrispondenti ad esigenze democratiche: l’elevazione del numero delle firme richieste per l’iniziativa popolare (da 50.000 a 300.000) e l’aumento dei poteri del Governo, sul calendario del Parlamento”.
“La riforma della legge elettorale. Siamo contrari, perché non si restituisce, come si era promesso, la parola ai cittadini, non ammettendo preferenze o collegi nominali o altre soluzioni che evitino il “Parlamento dei nominati”, prevedendo sbarramenti troppo alti e premi di maggioranza eccessivi. Il mix delle soluzioni fin qui approvate, a nostro avviso, pone serissimi problemi di rappresentanza, di possibilità per i cittadini di esprimere la loro volontà e i loro intenti; concentra in una sola Camera tutti i poteri, fa correre al Paese il rischio di un sistema populista, con tendenze autoritarie. Per questo, si tratta di una questione di democrazia, la cui riduzione di spazi si manifesta in molte altre forme, più volte da noi denunciate”.
L’ANPI ha ribadito più volte “la necessità di un piano per la crescita, lo sviluppo, e l’occupazione, al di là di misure contingenti (inutili ed in alcuni casi dannose) che mirano a modificare le regole e il sistema del diritto del lavoro”. Da ciò deriva per Smuraglia “una critica forte, non solo al provvedimento sul contratto di lavoro a tempo determinato, ma anche a quello che è stato chiamato Job’s Act, nel quale – a prescindere da alcuni aspetti potenzialmente positivi – non riusciamo a scorgere altro se non un disegno liberista, basato sulla convinzione (errata) che ciò che incide su investimenti e consumi è il costo del lavoro, laddove il problema è ben più complesso e gli ostacoli derivano – semmai – da una burocrazia inefficiente, dalla corruzione, dalla pressione e dai ricatti delle mafie. Siamo assolutamente contrari, comunque, a che si rimetta in discussione lo Statuto dei lavoratori, che si pretenda di abolire (per di più dal Governo) l’art. 18 e si cerchi anche di distruggere o quanto meno ridurre quella norma fondamentale del Codice Civile, che impone, a pena di nullità, di assegnare il lavoratore alle mansioni per cui è stato assunto”.
Queste tre questioni sono centrali nella linea politica dell’ANPI ed erano centrali anche nella relazione all’Assemblea di sezione del 2014, sono state ribadite nell’Assemblea nazionale dell’Eliseo e nell’editoriale della Segreteria Nazionale dell’ultimo numero di Patria. Sono riassunte nel slogan “era (ed è) una questione di democrazia” contro ogni alterazione dell’equilibrio repubblicano tra i poteri dello stato e contro le facili scorciatoie del decisionismo e della governabilità, che possono aprire a derive autoritarie. L’editoriale di Patria chiama ad una mobilitazione generale dell’ANPI per uscire dall’indifferenza di massa, per cui in politica ormai le decisioni vengono prese altrove, nelle chiuse stanze della finanza multinazionale, nella torre d’avorio impermeabile di Euro Tower, nelle stanze dei bottoni governativi. È una questione democratica perché c’è un problema di rappresentanza politica e sindacale dei cittadini così come sono sancite dalla Costituzione, in una di quelle tante parti rimaste non applicate. L’opposizione democratica ed antifascista alle politiche neo-liberiste, la questione della rappresentanza e la riforma della politica vanno costruite dal basso e l’ANPI localmente e nazionalmente ha il compito di favorire tutti i processi sociali e politici che vanno in questo senso. A proposito dell’iniziativa della “coalizione sociale” il Presidente Smuraglia ha ribadito a nome del Comitato Nazionale nel 24 marzo 2015: “piena attenzione a chi cerca di smuovere la morta gora della politica del nostro Paese, di restituire ai cittadini la volontà di partecipare alla vita consociata, nonché a chi si propone obbiettivi in buona parte condivisibili in quanto affini a quelli tipici del DNA dell’ANPI”, viene contemporaneamente ribadita la necessità di difendere l’autonomia dell’ANPI.

Passiamo ora alla verifica di quanto abbiamo fatto del programma di lavoro del 2014, approvato dall’assemblea di sezione del gennaio 2014.
1. miglioramento del numero degli iscritti (almeno 230 per il 2014) e soprattutto della loro partecipazione e preparazione militante; questo obbiettivo non è stato raggiunto e merita una riflessione specifica;
2. aumentare la presenza delle compagne nella sezione e negli organismi dirigenti; questo obbiettivo è stato raggiunto con la presenza di quasi il 50% di compagne nel direttivo di sezione, le dimissioni di due compagne ripropongono la questione nel 2015;
3. sviluppare il Progetto “A scuola di Costituzione”: allo stato attuale sono coinvolti 4 istituti superiori cittadini, migliorando la partecipazione dei giovani alla celebrazione della Liberazione e ripetendo su larga scala l’esperimento dell’attestato di cittadinanza per la festa della Repubblica; pensiamo di arricchirlo con uno spettacolo teatrale su Norma Parenti; questo obbiettivo è stato pienamente raggiunto;
4. rinnovare la partecipazione al ricordo dei momenti salienti della Resistenza nel territorio di competenza della sezione (martiri di san Leopoldo e di Istia, partecipazione al 25 aprile e al 70°); la sezione è stata attivamente presente con un ruolo propositivo in tutte queste circostanze di rinnovamento della memoria antifascista;
5. rinnovare il sostegno al Festival Resistente, cercando di rinnovarne gradualmente i ranghi con l’impegno dei giovani che la sezione ha mobilitato nel proprio lavoro; abbiamo partecipato attivamente all’edizione 2014 del Festival dando un contributo a tutti i livelli;
6. fare della liberazione di Grosseto un elemento centrale delle celebrazioni del 70° con l’apposizione della lapide per i caduti di Porta Vecchia; questo obbiettivo è stato raggiunto, anche se con alcuni limiti nella cerimonia di inaugurazione della lapide di Porta Vecchia;
7. l’organizzazione di una mostra di quadri da organizzare in Prefettura sulla Resistenza e la Costituzione a cura del Compagno Giovanni Stefani tra aprile e giugno prossimi; questa iniziativa non si è potuta tenere perché non abbiamo avuto i fondi necessari alla stampa del catalogo cartaceo;
8. la prevista ristampa del libro di Ganna e la verifica dell’ipotesi di una cortometraggio sulla liberazione di Grosseto; il libro è stato stampato anche se un po’ in ritardo, è stato presentato a Roccastrada e verrà presentato al Festival Resistente 2015;
9. una o più specifiche iniziative sul tema dell’unità europea all’interno della campagna elettorale per il parlamento europeo, che faccia perno soprattutto sul tema del welfare, fornendo un’adeguata conoscenza delle istituzioni europee e dei trattati; l’iniziativa si è tenuta con particolare riferimento ai temi dell’immigrazione;
10. un’iniziativa sui temi del razzismo e del rinascente pericolo fascista, in particolare sull’abolizione della legge Bossi-Fini e sul riconoscimento dei diritti di cittadinanza agli stranieri aventi diritto; abbiamo svolto un’iniziativa di controinformazione sui sistemi autoritari sviluppatesi contro l’opposizione al G8 e tenuto alcuni presìdi per ribadire i valori dell’ANPI contro la discriminazione razziale, che ha avuto alcuni barbagli anche in città sollecitando una presa di posizione delle istituzioni democratiche cittadine; dobbiamo rivendicare questa iniziativa anche alla luce della recente sentenza della Corte di Strasburgo;
11. un impegno continuo per la firma della petizione nazionale sulla stragi fasciste; abbiamo raccolto le firme, ma con poca continuità e una convinzione limitata;
12. una specifica iniziativa istituzionale tesa a centrare la festa della Repubblica sui valori della Costituzione e in particolare sull’articolo 1; abbiamo cercato di perseguire questo obbiettivo, che si è arenato rispetto alla valutazione di scarsa opportunità delle organizzazioni sindacali cittadine, in questo senso la sensibilità dell’attuale Prefetto a supplito adeguatamente senza bisogno della nostra sollecitazione.

Merita una riflessione il mancato raggiungimento dell’obbiettivo del tesseramento: ci siamo fermati a 162 tesserati, quindi anche sotto il livello raggiunto nel 2013. Hanno congiurato a questo risultato negativo, di cui occorre farsi carico collettivamente in termini autocritici, questioni organizzative e politiche: 1. le dimissioni del segretario della sezione a metà anno per motivi personali hanno inceppato il tesseramento; 2. l’aver determinato una strozzatura iniziale nelle tessere messe a disposizione; 3. un periodo difficile di divergenza tra le posizioni della sezione e quelle della Presidenza Provinciale, che hanno bruciato energie poco produttivamente da entrambe le parti. In larga misura tali divergenze sono state superate nel lavoro pratico, ma il prolungamento di una discussione poco produttiva politicamente e talvolta di tipo personalistico non ci ha giovato nell’iniziativa politica. Se una difficoltà permane ci sentiamo di poter dire che essa riguarda alcuni momenti di dis-allineamento tra l’orientamento politico della Presidenza Provinciale con quella Nazionale, in cui la sezione si riconosce, come abbiamo appena detto. Crediamo che l’unità antifascista – anche all’interno della ns Associazione – sia un valore irrinunciabile, ma che essa non sia frutto dell’acquiescenza opportunistica, ma vada conquistata nel confronto tra le diverse sensibilità politiche per raggiungere un più forte livello di operatività unitaria. Ciò sarà particolarmente importante nella fase congressuale che abbiamo davanti fino al Congresso Nazionale del 2016. Anche su questo percorso concordiamo con quanto Smuraglia ha detto nelle sue conclusioni al Consiglio nazionale di Chianciano: dobbiamo garantire il passaggio dalla generazione dei partigiani alla nuova stagione dell’ANPI, non siamo per “rottamare” nessuno, ma per valorizzare al massimo livello di direzione i partigiani finché la biologia permetterà loro di farlo, essi sono per noi un patrimonio umano, politico e organizzativo irrinunciabile.

Passiamo alle proposte per il programma di lavoro per il 2015, che di fatto sono già in fase di realizzazione:
1. ritorno al numero di tesserati del 2013 (almeno 200) Responsabile Eleonora Caso;
2. aumentare la presenza delle compagne nella sezione e negli organismi dirigenti Responsabile;
3. 3^ edizione di “A scuola di Costituzione” Responsabili Beppe Corlito e Francesco Ladu;
4. rinnovare la partecipazione al ricordo dei momenti salienti della Resistenza nel territorio di competenza della sezione (martiri di san Leopoldo e di Istia, partecipazione al 25 aprile e al 70°);
5. Seminario per i giovani (ma aperto a tutti gli iscritti e simpatizzanti) sui valori dell’ANPI Responsabili Beppe Corlito, Francesco Ladu, Marco Di Giacopo;
6. rinnovare il sostegno al Festival Resistente Responsabile Clara Schiattone;
7. Presentazione del libro di Ganna al Festival Resistente il 26 aprile Responsabile Beppe Corlito;
8. Cooperazione e Resistenza (art. 51 della Costituzione) ciclo di 3 seminari Responsabili Gilberto Capanni e Gianluca Ardolino;
9. liberazione di Grosseto (14.6.2015) Porta Vecchia: cerimonia al consiglio comunale, alloro alla lapide e coro dei Partigiani Responsabile Beppe Corlito;
10. iniziativa sul documento ANPI sul razzismo in Consiglio Comunale coinvolgendo tutti i partiti disponibili e momenti ripetuti di presidio in Piazza Rosselli con raccolta delle firme Responsabile Buzzani;
11. aggiornamento del data base, comunicazione, news letter, profilo Fb Responsabile Giancarlo Sensalari.
In conclusione vorrei ribadire quanto già detto nelle precedenti relazioni sulla necessità della costruzione di un’ampia unità antifascista con tutte le forze politiche e sindacali disponibili, soprattutto nelle associazioni di base e con gli enti locali della città.
Personalmente faccio un appello, anche a nome dell’intero direttivo della sezione, per un impegno capillare di tutti per ottenere una vasta mobilitazione dei cittadini per la manifestazione del 25 aprile in occasione del 70° della Liberazione da nazi-fascismo non solo per l’importanza della scadenza, ma anche per evitare una dimostrazione di debolezza del fronte antifascista.

L’assemblea si è conclusa approvando all’unanimità il piano di lavoro 2015 proposto, il bilancio consuntivo e quello preventivo, le dimissioni per motivi personali dal Direttivo di sezione dei compagni Antonella Nerozzi, Veronica Tancredi e Giacomo Banducci e l’inserimento dei compagni Romeo Carusi e Marco Di Giacopo.

Ne consegue che il Direttivo di sezione è così costituito:
1. Beppe Corlito Presidente
2. Eleonora Caso Vice-presidente
3. Francesco Ladu Vice-presidente
4. Manfredo Chiezzi tesoriere
5. Gilberto Capanni
6. Nadia Norcini
7. Gianluca Ardolino
8. Clara Schiattone rappresentante della Rete degli Studenti Medi
9. Maurizio Buzzani
10. Romeo Carusi
11. Marco Di Giacopo

Grosseto, 11.4.2015

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