la linea rossa indica il percorso, seguendo il quale, Felice Cascione e la sua banda composero la canzone.
Il giorno 11 di settembre il primo nucleo della formazione partigiana (in totale 13 uomini) si incontra in località “Magajetto”, frazione di Diano Castello, nel casone detto “dei Quaglia” ed acclama, come suo comandante, Felice Cascione.
Il 15 settembre si svolge una riunione di iscritti al partito comunista (che era clandestino) in casa del padre di Castagneto, alla quale sono presenti Giacomo Castagneto, Nino Siccardi, Giacomo Amoretti, Giovanni Gilardi, Giovanni Giacomelli e Giancarlo Pajetta. Qui si decide definitivamente la costituzione delle formazioni di montagna “garibaldine” al comando di Cascione, con Giacomelli commissario.
Il 20 novembre, in località barcheto, nell’entroterra di Imperia, vengono scoperti da due agenti fascisti in borghese tre giovani partigiani: Angelo Setti, Rinaldo Risso e Walter Berio. Durante il controllo dei documenti Berio, vistosi scoperto, tenta di estrarre la pistola, ma l’agente fascista spara colpendolo alla schiena e lo uccide. Setti e Risso riescono, fortunosamente, a salvarsi nonostante siano fatti bersaglio dei colpi dei due agenti.
Walter Berio è il primo caduto nella provincia di Imperia di tutta la lotta di liberazione.
A seguito di questo episodio, non ritenendo più sicura la posizione di Magajetto, la formazione di Cascione si sposta al “Casone di Votagrande”, in località “Passu du beu” sulle alture di Andora. (1)
E proprio in questo luogo, in un momento di tranquillita’, che una sera, intorno al fuoco il partigiano Giacomo Sibilla (Ivan) reduce dalla guerra di Russia, accompagnato dal suono della sua chitarra cantava una aria popolare russa “katiuscia”
A Cascione piacque e, aiutato da altri compagni, su quell’aria comincio’ a comporre il testo di “ Fischia il Vento”
Venuti a conoscenza della presenza di partigiani nella zona, i fascisti, il 14 di dicembre, in seguito ad una delazione, attuano un rastrellamento sul paese di Montegrazie, nel primo entroterra di Imperia, dove si trova un’altra formazione partigiana. A seguito dello scontro a fuoco, dove non cade nessun partigiano, vengono fatti prigionieri due fascisti ed i partigiani, vittoriosi, si uniscono alla banda di Cascione portando con loro i prigionieri.
La nuova formazione partigiana si sposta, su indicazione del CLN di Albenga, al Casone detto “dei crovi” nei boschi a monte del paese Curenna.(4)
Il 30 dicembre Cascione, insieme a due compagni, Giacomo Sibilla (Ivan) e Emiliano Mercati (Taganò) si recano ad Alto e qui incontrano i rappresentanti della resistenza albenganese : Libero Emidio Viveri e Franco Salimbeni. Viene deciso che le due bande devono riunirsi ad Alto per dare vita ad una manifestazione al fine di sensibilizzare la popolazione locale alla causa della resistenza.
La manifestazione avviene il 6 gennaio nella piazza del paese dove, per la prima volta, viene cantata “Fischia il Vento”.
La canzone diventerà ben presto l’inno della resistenza italiana.