Il Convegno internazionale della rivista “Spagna Contemporanea”

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Da oltre dieci anni l’ispanismo italiano dell’epoca contemporanea si riunisce in occasione dei convegni organizzati dalla rivista «Spagna contemporanea», dedicati a vari momenti e temi della storia del paese iberico. Dal 5 al 7 novembre 2012, quindi, si è regolarmente tenuto a Modena il XII Convegno internazionale “Le culture politiche in Spagna e Italia. Secoli XIX e XX: un approccio comparato”. Vi ha assistito per l’Isgrec la ricercatrice Ilaria Cansella, impegnata nel proseguimento della ricerca sui volontari toscani nella guerra civile spagnola. Continua a leggere

Le carte del processo Almirante nel fondo Carlo Ricchini

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Nel 1978 Giorgio Almirante uscì sconfitto dal processo penale per il reato di diffamazione a mezzo stampa contro Carlo Ricchini, perché fu dimostrata l’autenticità della sua firma nel manifesto che annunciava la condanna a morte per renitenti alla leva e disertori nel maggio del 1944.

Nell’estate del 1971 alcuni storici dell`Università di Pisa rinvennero negli archivi del comune di Massa Marittima la copia anastatica di un manifesto diffuso in provincia di Grosseto nel maggio 1944 con il quale il governo della Repubblica Sociale Italiana annunciava che i renitenti alla leva e i disertori sarebbero stati condannati a morte mediante fucilazione. Il manifesto era firmato da Giorgio Almirante nella sua veste di funzionario del ministero della Cultura Popolare e venne pubblicato il 27 giugno 1971 dal quotidiano l`Unità col titolo: “Un servo dei Nazisti. Come Almirante collaborava con gli occupanti tedeschi”. Alcuni giorni dopo lo pubblicò anche Il Manifesto. Continua a leggere

Albo Bellucci: la morte di un antifascista grossetano nel lager di Mauthausen.

Nel settembre 1936, quando il regime fascista era ancora ben saldo al potere, su un muro di Grosseto fu affisso un foglio del giornale “L’intransigeant”, contenente scritte sovversive. Presunto colpevole di questo simbolico gesto di dissidenza fu ritenuto un giovane antifascista grossetano, Albo Bellucci -classe 1907- un impiegato di sentimenti repubblicani, entrato a far parte delle cellule comuniste cittadine nel corso del 1935. Pur essendo riuscito a dimostrare la sua estraneità al fatto grazie ad una perizia calligrafica, Bellucci fu comunque fermato e diffidato il 1° aprile del 1937 e, successivamente, perse anche il proprio lavoro di commesso presso il Tribunale di Grosseto. La dissidenza al regime si pagava non solo con la coercizione economica ma anche con la violenza. Alla fine del mese di ottobre 1937, secondo quanto raccontato dal comunista Aristeo Banchi -il noto partigiano “Ganna”- Bellucci fu “ridotto a uno straccio a furia di manganellate”. Continua a leggere