Una grave offesa sta per essere arrecata al comune di Revine Lago e a tutte quelle valli vittoriesi che sono state il centro eroico della lotta contro il nazifascismo, compartecipi della Medaglia d’Oro al valor Militare attribuita alla Città di Vittorio Veneto.
Un gruppo di skinheads nazifascisti, italiani ed europei, si incontrerà in un campeggio sul lago di Revine con l’intento di far risorgere le macabre idee di Hitler e Mussolini che la storia ha sconfitto per garantire libertà e progresso.
“Vista la grave crisi economica, politica e morale del paese – si spiega in un comunicato dell’Anpi – tali raduni sono inopportuni perchè si fondano su valori di intolleranza razziale che alimentano lo scontro sociale e impediscono le necessarie politiche innovative volte a garantire più giustizia e più lavoro. Il raduno nazifascista non è un incontro innocuo, si tratta di individui i cui obiettivi da eliminare sono ancora una volta gli ebrei, gli immigrati e gli omosessuali”.
“Gli skinheads – si sottolinea – sono portatori delle stesse idee che hanno causato la guerra, le leggi razziali e i campi di sterminio. Non sono perciò insignificanti nostalgici come non lo è il terrorista norvegese che rifacendosi a quelle medesime idee di odio e imbevuto di fanatismo religioso ha compiuto la strage ad Oslo in Norvegia togliendo la vita a più di 80 giovani innocenti”.
“A questi visionari – sirileva ancora – si è aggiunto anche l’europarlamentare Mario Borghezio, recentemente sospeso dalla Lega Nord per aver pubblicamente ammesso di approvare le idee dello sterminatore di Oslo. Questo è uno degli “illustri ospiti” dell’incontro di Revine. Sottovalutare questi rigurgiti di violenza nazifascista è imperdonabile!”
Poi una domanda cjhe molti cittadini si fanno: “Chiediamo alle autorità di governo, al ministro degli interni Maroni, al Prefetto e alle autorità locali: è opportuno autorizzare tale raduno?”
La presa di poisizione si conclude con un impegno preciso: “L’ANPI, con tutte le forze democratiche del Vittoriese fin da subito e nel prossimo futuro eserciteranno un’azione adeguata di informazione in tutta la zona affinchè si ritorni allo spirito della Resistenza e dell’antifascismo per sostenere e difendere i valori della Costituzione”.
La nota dell’Anpi si conclude con un elenco che deve far riflettere, quello dei caduti del comune di Revine Lago per la libertà.
Grava Armando, partigiano della Brg Tollot-Div. N. Nannetti. Catturato venne torturato per le vie dei paesi di Revine e Lago di fronte alla madre e alla sorella da una “infermiera” ausiliaria fascista.
Carlet Valentino. Internato a Bronersdorf in Germania e dichiarato disperso.
Grava Federico. Partigiano della Brg. Calvi-Div. Belluno. Catturato a Milano, deportato, moriva a Gunsen in Germania.
Losego Luigino. Partigiano, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Caduto il 20 dicembre 1944 a Caluso (TO).
Mel Pietro. Catturato a Milano e internato.
Moz Ernesto. Internato dai tedeschi morto a Buchenwald in Germania.
Piol Giovanni. Partigiano della Brg. Tollot.
Piol Mario. Partigiano Brg. Tollot. Medaglia d’argento al Valor Militare. Ferito ingaggiava disperata difesa per coprire la ritirata dei suoi durante un rastrellamento.
Aderisco alla protesta: ANPI Vittorio V., CGIL Vittorio V., CISL Treviso, Federazione della Sinistra, Italia dei Valori, Partito Democratico, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Vittoriese.
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Il 12 Marzo 1945, a Revine Lago, si svolse uno degli innumerevoli rastrellamenti da parte delle forze nazi-fasciste a seguito del ferimento di un soldato tedesco. Durante tale rastrellamento venne fatto prigioniero Armando Grava, partigiano e staffetta della brigata “Tollot”. Il giovane, sottoposto dapprima a torture, sevizie e violenti interrogatori, venne brutalmente ucciso dalle forze nazi-fasciste cinque giorni dopo, il 17 marzo, con una raffica di mitra. Gli esecutori gettarono poi un masso sopra il capo del ragazzo e abbandonarono lì, per strada, il corpo straziato.
Sessantasei anni dopo il tragico fatto, né il Ministro degli Interni né le autorità locali sembrano intenzionate a bloccare il raduno di naziskin in programma dal 2 al 4 settembre 2011, proprio a Revine Lago. Lì è previsto l’arrivo di circa 1500 individui. 1500 o ancor più teste che ancora oggi diffondono il credo nazionalsocialista e fascista non attraverso un raduno di esclusivi “nostalgici”, ma alimentando vivacemente lo scontro sociale, la politica di discriminazione razziale, volta a colpire gli ebrei, gli immigrati o gli omosessuali, ed esaltando le figure di Mussolini o Hitler.
Se si considera inoltre che a raggiungere i naziskin potrebbe essere anche l’europarlamentare della Lega Mario Borghezio, recentemente sospeso dal suo stesso partito in seguito alle parole di “comprensione” espresse nei confronti dell’autore neonazista della strage in Norvegia, ecco che molte domande sorgono spontanee. Che fine ha fatto la nostra Costituzione? Che fine ha fatto la XII Disposizione Transitoria della nostra Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista e secondo la quale, quindi, l’apologia del fascismo è reato costituzionale? Che fine hanno fatto i valori antifascisti diffusi dai nostri padri costituenti? Possibile che il nostro popolo abbia già dimenticato gli orrori di quegli anni che seguirono l’8 settembre 1943 e che oggi sia disposto a tollerare la formazione di simili raduni? Possibile che la festa che ogni anno si celebra il 25 aprile non parli alla memoria di tutti?
No, non credo che tutto ciò sia possibile. Non credo sia possibile che a Revine Lago, località vicina alla città medaglia d’oro per la Resistenza, Vittorio Veneto, venga tollerato lo svolgersi di una simile manifestazione. Non credo sia sufficiente circondare il campo di forze dell’ordine per evitare gli scontri.
Credo, invece, che sia giunta l’ora di “soffocare” le apologie del Duce, del fascismo o del nazismo attraverso i mezzi pacifici in nostro possesso, quali la legge e la nostra Costituzione.
Non permettiamo ai “fantasmi della vergogna”, come li definì Piero Calamandrei in una sua poesia del 1953, di tornare.
Non rammaricatevi
dai vostri cimiteri di montagna
se giú al piano
nell’aula ove fu giurata
la Costituzione
murata col vostro sangue
sono tornati
da remote caligini
i fantasmi della vergogna
troppo presto li avevamo
dimenticati
è bene che siano esposti
in vista su questo palco
perché tutto il popolo
riconosca i loro volti
e si ricordi
che tutto questo fu vero
chiederanno la parola
avremo tanto da imparare
manganelli pugnali patiboli
vent’anni di rapine
due anni di carneficine
i briganti sugli scanni i giusti
alla tortura
Trieste venduta al tedesco
l’Italia ridotta un rogo
questo si chiama governare
per far grande la patria
apprenderemo da fonte diretta
la storia vista dalla parte dei carnefici
parleranno i diplomatici dell’Asse
i fieri ministri di Salò
apriranno
i loro archivi segreti
di ogni impiccato
sapremo la sepoltura
di ogni incendio si ritroverà il protocollo
Civitella Sant’Anna Boves Marzabotto
tutte in regola
Sapremo finalmente
quanto costò l’assassinio
di Carlo e Nello Rosselli
ma forse a questo punto
preferiranno rinunciare alla parola
peccato
questi grandi uomini di stato
avrebbero tanto da raccontare
Piero Calamandrei
pubblicata da Rete Studenti Medi Treviso
personalmente posso dire che il raduno naziskin di revine lago è un grosso business a fine lucro anche per il comune 25 euro per vedere quattro ubriaconi che di nazista non sanno niente soliti ladroni che fanno soldi sui giovani che vadino tutti a cagare……