Giacomo Matteotti, deputato del Partito Socialista, sta camminando sul Lungotevere quando viene aggredito da un gruppo di uomini, che dopo una colluttazione riescono a caricarlo su una macchina. Da questo momento in poi Matteotti sparisce. Il suo cadavere verrà ritrovato solo due mesi dopo, in avanzato stato di decomposizione, a 25 chilometri dalla Capitale. Considerando che il deputato socialista aveva ripetutamente contestato il Partito fascista e aveva denunciato gli abusi commessi dagli esponenti del Partito stesso alle elezioni dell’aprile del 1924, appare evidente che si tratta di un omicidio politico. Inoltre al momento
del rapimento l’uomo portava con sè una borsa, all’interno della quale c’era una vasta documentazione che provava l’alto tasso di corruzione nel regime, i cui membri avevano truffato lo Stato per arricchirsi. Dunque, dopo il delitto si pone il problema delle responsabilità: chi è stato ad uccidere Matteotti? Gli esecutori materiali vengono individuati in Albino Volpi, Amerigo Dumini, Amleto Poveromo, Augusto Malacria e Giuseppe Viola. Si tratta di uomini della Ceka fascista, la polizia segreta del regime. Continua a leggere →